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Manovra, giustizia e Mes: centrodestra a tenaglia

Fi: «Ricorso alla Consulta sulla prescrizione» Pronti gli emendamenti alla legge di bilancio

Manovra, giustizia e Mes: centrodestra a tenaglia

Forti di una rinnovata armonia i leader della coalizione di centrodestra affilano le armi per la battaglia di dicembre. Due le priorità: per Forza Italia far riequilibrare la manovra verso un sostanziale aiuto alle famiglie, senza tasse inutili o, peggio ancora, dannose per l'economia (come la plastic tax e la sugar tax, ridimensionate ma ancora non uscite dai piani del Conte bis), per Meloni e Salvini boicottare il Mes. La leader di Fratelli d'Italia, insieme con tutti i suoi parlamentari italiani e europei, sarà infatti domani a Bruxelles per protestare contro il Fondo salva-Stati.

Per tutti, comunque, è vitale rendere inoffensiva la riforma Bonafede che vede nella «morte» della prescrizione la sopravvivenza della giustizia in Italia. «Non molleremo - assicura Enrico Costa, responsabile per Forza Italia del dipartimento Giustizia - Se non ci verrà concesso di discutere in aula la nostra proposta di legge per conservare l'istituto giuridico della prescrizione ci rivolgeremo alla Corte costituzionale». Ieri il deputato Costa ha partecipato all'ultima giornata di maratona oratoria davanti alla Cassazione per protestare contro la riforma Bonafede (che, salvo sorprese dell'ultimo minuto, dovrebbe entrare in vigore già dal prossimo primo gennaio).

Il nodo prescrizione finisce per essere un valido paradigma della situazione. Sul questo istituto il centrodestra marcia compatto e la maggioranza, invece, traballa. Ed è su tutte le debolezze di questa coalizione di governo che Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia stanno impostando la «battaglia di dicembre».

Mariastella Gelmini, ad esempio, sottolinea le incongruenze del governo. «Il ministro Gualtieri ha promesso asili nido gratuiti - dice la capogruppo forzista a Montecitorio - eppure i dati dicono altro. Dicono che un genitore su tre (fonte Ispettorato del lavoro, ndr) sia costretto a lasciare il lavoro per accudire i figli». Forza Italia tornerà alla carica, durante la discussione degli emendamenti della legge di Bilancio per ottenere un assegno di 150 euro mensili per ogni figlio (fino ai 21 anni) e un miliardo per la costruzione di nuovi asili nido.

Nella coalizione è sempre più robusta la convinzione che la vita del Conte bis non superi il verdetto delle prossime scadenze elettorali regionali. Quindi i temi «regionali» e quelli «nazionali» corrono su binari paralleli. Accanto alla protesta per il Mes e per la pressione fiscale, quindi, prosegue il dialogo sulle candidature per le regionali. Nei prossimi giorni non ci saranno altri vertici («ma esistono i telefoni», commenta Salvini). Alla fine della prossima settimana, però, saranno ufficializzati i nomi. Sui quali c'è piena convergenza. È lo stesso capo della Lega a dirlo, smentendo le voci di frizioni sui nomi da proporre per Calabria e Campania le due regioni per le quali la scelta della candidatura spetta a Forza Italia.

Nel corso della prossima settimana sia la Meloni (attesa il 14 a Cosenza) che Salvini (in trasferta a Catanzaro dove inaugurerà la prima sede della Lega) saranno in Calabria (la regione chiamata alle urne nell'election day del 26 gennaio insieme con l'Emilia Romagna). Bocche cucite sul nome, per adesso. Ma le voci più insistenti dicono che Jole Santelli (coordinatrice di Forza Italia in Calabria) potrebbe presto sciogliere la riserva sulla sua candidatura. In tal caso, Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza e prima scelta di Berlusconi, potrebbe scendere in campo come indipendente dopo la «bocciatura» della Lega.

Spinto in tal senso dal gruppo di parlamentari e consiglieri regionali vicino alla Carfagna, che si è già chiamata fuori dalla corsa in Campania, e anche lei lontano dalle simpatie salviniane.

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