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Manovra, il governo si mangia lo sconto Ue: arriva l'infornata di assunzioni di Stato

Tesoretto da 500 milioni grazie al Pil positivo. E Madia promette altri posti

Manovra, il governo si mangia lo sconto Ue: arriva l'infornata di assunzioni di Stato

Roma - Una revisione, un po' stiracchiata, del Pil permette al governo di risparmiare 500 milioni di euro sulla manovra. Europa permettendo. La buona notizia per l'esecutivo è arrivata dall'Istat che ha rivisto il Pil del 2016. La variazione stimata sui dati trimestrali è risultata pari a +0,9%. Il dato corretto per gli effetti di calendario è anche migliore e dice +1,0%. La differenza si spiega con i due giorni lavorativi in meno contati dal 2016 rispetto al 2015. In entrambi i casi l'andamento è superiore allo 0,8% atteso dal governo. La revisione ha un effetto anche sul Pil del 2017, con una variazione acquisita che è a +0,3%.

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan aveva detto più volte che le stime, comprese quelle dell'anno scorso, erano molto prudenti e ieri ha rivendicato a stretto giro di posta le novità arrivate dall'Istat: le stime del governo sono «elaborate in modo rigoroso e affidabile». Soddisfatto anche il premier Paolo Gentiloni: dati «incoraggianti» e il governo è «determinato a proseguire riforme per favorire la crescita».

La soddisfazione del governo ha una ragione precisa e cioè che il miglioramento del Pil sul 2016, condizionando la crescita dell'anno in corso ha un effetto, positivo, anche sui conti pubblici 2017, sui quali incombe il giudizio di Bruxelles. L'effetto è che potremmo ottenere uno sconto di circa 500 milioni sulla manovra chiesta da Bruxelles, portandola da 3,4 a circa 3 miliardi.

Condizioni nuove, che il ministero dell'Economia aspettava fiducioso. E che accompagnano una evoluzione renziana della manovra. La riforma della pubblica amministrazione del ministro Marianna Madia prosegue, senza le asperità delle prime versione. Prende forma il piano straordinario per le assunzioni nella Pubblica amministrazione interesserà i precari con almeno 3 anni di servizi. Ed è di ieri la notizia che nel milleproroghe, è passato un emendamento per stabilizzare i precari dello stesso istituto di statistica.

Poi, soprattutto, si studia una versione ammorbidita anche per la manovra in versione ridotta. Il tentativo è di rinunciare a ogni ipotesi di rialzo delle accise e di tasse indirette e di puntare su un ampliamento dello split payment e sui tagli alle spese dei ministeri.

In sostanza il pagamento anticipato dell'Iva per i soggetti che hanno a che fare con la pubblica amministrazione dovrebbe essere esteso a più categorie. Risparmio atteso, un miliardo di euro. Poi i tagli alle spese dei ministeri per altri 800-900 milioni di euro. Peccato che entrambe le misure tendano a fare aumentare i famosi debiti della pubblica amministrazione. Nel primo caso, rendendo impossibile la compensazione dei crediti e di debiti Iva, aumenta il debito fiscale dello Stato. Cioè i crediti che i privati devono cercare di recuperare. Nel secondo caso, i tagli rendono difficile il pagamento di chi fornisce beni e servizi alla Pa. Tagli tutt'altro che neutri, quindi.

Comunque sembra tramontare l'aumento delle accise su tabacco e benzina. «Non ci si innamora di nessuna misura specifica», precisava ieri una fonte del ministero. Tradotto, se la ricetta renziana, senza aumenti delle imposte indirette, andrà bene all'Europa, allora la manovra sarà fatta solo con gli aggiustamenti su Iva e tagli. Un se per nulla scontato.

La Commissione europea potrebbe non dare per buono nemmeno lo sconto da 500 milioni dovuto al ricalcolo del Pil, visto che Bruxelles si muove su cifre ufficiali che, per ora, non sono cambiate.

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