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Manovra, il governo spera nell'euroregalo da 8 miliardi

Renzi chiederà a Bruxelles flessibilità pari allo 0,5% del Pil. E pensa a un bonus fiscale per gli albergatori

Manovra, il governo spera nell'euroregalo da 8 miliardi

Roma - Una tappa classica come l'intervento del presidente del consiglio alla Fiera del Levante non poteva rimanere a secco di annunci da parte del governo. E infatti ieri il premier Matteo Renzi si è presentato a Bari, dopo l'assenza dell'anno scorso, con un annuncio su una misura che farà parte della legge di Stabilità. Un bonus per gli albergatori che innovano. «Diremo a chi ha un albergo, forse anche un ristorante ma vediamo le coperture, che avrà diritto ad una sorta di super sconto, chiamatelo bonus o come volete. A chi interviene spendendo sull'azienda noi saremo in grado di dare sconto fiscale». Obiettivo, dare «strutture adeguate nell'accoglienza», ha sostenuto il premier. In realtà si tratta di un piccolo beneficio per una categoria che è penalizzata in primo luogo dalla tassazione sugli immobili che - come sottolinea più volte il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa - non possono godere della cedolare secca e hanno un prelievo fiscale insostenibile.

Misura di dettaglio, con un costo minimo, che però si aggiunge alle tante altre che il governo sta preparando e che sarà difficile finanziare. Le condizioni politiche per ottenere flessibilità dall'Europa ci sono tutte. Gli insulti di Schaeuble sono subito stati derubricati a show elettorale dal governo.

Ma i problemi restano e sono di sostanza. Come quelli relativi alle una tantum, che costituiranno parte della copertura della Legge di Stabilita. Ad esempio la voluntary disclosure bis, che da sola vale 1,5 miliardi di euro, ma che secondo le regole attuali non può fare parte delle coperture previste dalla legge di Stabilità. In generale lo scostamento dal deficit concordato con Bruxelles che il governo ha intenzione di ottenere è dello 0,5%, pari a otto miliardi di euro.

Ieri i temi italiani non sono stati trattati dall'Ecofin di Bratislava, alle prese semmai con le tensioni tra le istituzioni europee e i colossi Usa del digitale e dell'informativa. Il problema è come fare in modo di evitare che alcuni Paesi - ad esempio l'Irlanda, finita sotto i riflettori per il no della direzione concorrenza della Commissione europea al trattamento fiscale di favore per Apple - facciano concorrenza agli altri attraverso tasse più basse.

Ieri il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ha detto che nelle prossime settimane saranno presentate «nuove proposte per stabilire un campo di gioco paritario in Europa». È il famoso piano per un fisco comune nell'Ue, che in realtà esce ridimensionato dalle parole di Moscovici. Sulle aliquote i Paesi avranno ancora libertà di decidere, ma sarà trovato un metodo comune per definire l'imponibile. I tempi «stanno cambiando» e le grandi multinazionali Usa che finora hanno goduto di trattamenti fiscali di favore dovranno adeguarsi a versare le giuste tasse agli erari del vecchio continente, ha commentato il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, in conferenza stampa al termine dell'Ecofin di Bratislava.

Il premier Renzi, sempre alla Fiera del Levante, è tornato a parlare del piano Casa Italia sottolineando di avere chiesto «una mano a tutti». E poi di opere pubbliche, polemizzando direttamente con il Movimento cinque stelle e il no alle Olimpiadi a Roma. Significa «dire no a posti di lavoro e alla riqualificazione delle periferie».

Se c'è il rischio corruzione, «non si bloccano le opere pubbliche, si bloccano i ladri».

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