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Dopo la manovra Italia peggio della Grecia

Ora i Btp rendono più dei titoli ellenici. E Assolombarda affonda la Finanziaria

Dopo la manovra Italia peggio della Grecia

Per la prima volta dal 2008 i titoli decennali italiani rendono più di quelli greci. I Btp hanno segnato un tasso dell'1,25% contro l'1,23% di quelli di Atene. A inizio anno il Btp decennale vantava un differenziale positivo di 164 punti base sugli omologhi titoli greci. Anche lo spread con il Bund a 10 anni si è impennato a 150 punti base dai 145 della vigilia. Sulla performance negativa hanno influito le previsioni economiche della Commissione europea che ha alzato le stime di crescita per l'economia greca e abbassato quelle per l'Italia.

Come previsto, la crescita italiana per il 2020 è stata rivista al ribasso da +0,7 a +0,4 per cento, mentre il rapporto debito/Pil, anziché collocarsi su una traiettoria discendente, salirà quest'anno al 136,2% del Pil e continuerà a crescere anche l'anno prossimo al 136,8% fino a schizzare al 137,4% nel 2021. «Ora c'è un dialogo con l'Italia, non c'è lo stesso clima di scontro» dell'anno scorso e il bilancio non sarà respinto», ha detto il commissario uscente agli Affari economici, Pierre Moscovici. Pur annunciando che non ci sarà procedura di infrazione, ha rimarcato che «la crescita è debole e il debito aumenta, l'Italia non può continuare così: occorre fare le riforme». Il vicepresidente della Commissione Ue, il falco lettone Valdis Dombrovskis, ha rincarato la dose. «Chiedo a tutti i Paesi Ue con alti livelli di debito di perseguire politiche di bilancio prudenti e di mettere i loro livelli di debito su un percorso discendente», ha dichiarato riferendosi all'Italia.

Intanto Milano, cuore produttivo del Paese, dice no alla legge di Bilancio 2020. «Questa è una manovra che le imprese bocciano in maniera clamorosa: aumenta il deficit, aumenta il debito, aumenta le tasse e non aumenta la spinta propulsiva del Paese: zero crescita. Quindi per noi è una manovra completamente negativa». Il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, non ha usato mezzi termini. Anche il sindaco milanese, Beppe Sala (di sinistra ma senza tessere), ha preso posizione. «Se continueremo a dire che non si possono toccare gli 80 euro, che non si può toccare il reddito di cittadinanza e che non si può toccare quota 100, allora possiamo aspettarci che le nostre risorse non vengano concentrate sulla crescita del Paese», ha detto.

Esito negativo anche per il tavolo dell'auto al Mef: la Ragioneria ha ribadito che la tassa sulle auto aziendali si può eliminare solo se si trovano i 350 milioni di copertura.

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