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Manovra, è l'ora del giudizio. Bocciatura in arrivo dall'Ue

Tria sceglie il low profile: preoccupato dallo spread. Ma è stretto tra due fuochi: i no di Bruxelles e dei vicepremier

Manovra, è l'ora del giudizio. Bocciatura in arrivo dall'Ue

Bocciatura in arrivo, ma sui tempi del No Bruxelles è meno granitica dei giorni scorsi. Scontato il respingimento del bilancio italiano alla riunione di oggi della Commissione europea. Un no già digerito dal governo, preparato nei dettagli dall'esecutivo Ue. Rischia di prendere di sorpresa solo i mercati che oggi, secondo le previsioni degli analisti, dovrebbero reagire facendo aumentare ulteriormente i rendimenti dei titoli di Stato e quindi lo spread.

Persino il ministro dell'Economia si è rassegnato a perdere questa partita su due fronti. Quello europeo, quando oggi incasserà un nuovo respingimento; quello interno, assecondando, almeno a parole, l'indisponibilità della maggioranza M5s e Lega ad accettare correzioni del bilancio.

Giovanni Tria ieri ha tenuto un profilo basso. Si è detto preoccupato per lo spread, senza aggiungere altro. Lunedì ha difeso la manovra, ritrovandosi isolato rispetto a tutti i colleghi ministri dell'Eurozona, e ridimensionato gli allarmi sulla legge di Bilancio.

Linea che gli ha fatto guadagnare il plauso del leader del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio: «Devo fare i complimenti al ministro, sta portando avanti questa legge di Bilancio con grande convinzione e sta combattendo come un leone».

Apprezzamento inedito, dettato dall'esigenza di non dare ai mercati altri motivi per prendere di mira l'Italia. Ma è anche una tappa della difficile trattativa che attende il ministro dell'Economia fino alla approvazione della legge di Bilancio e, presumibilmente, anche dopo.

Oggi la Commissione europea pubblicherà le opinioni sui documenti programmatici di bilancio di tutti gli stati di Eurolandia. L'Italia ha dovuto già presentare una seconda versione del Dpb, che non ha modificato il cuore del bilancio 2019, cioè un deficit al 2,4% e una previsione del Pil all'1,5%, troppo ottimistica. Scontata la bocciatura anche di questa versione. La Commissione ha quindi rimesso sotto esame il debito dell'Italia del 2017 perché il governo ha interrotto la correzione del deficit. Una strada che potrebbe portare all'apertura di una procedura di infrazione.

Il rapporto di oggi è il primo atto. Entro 15 giorni il comitato economico finanziario, composto dagli stati membri del'Area Euro, dovrà esprimere una opinione. Scontato un altro no al bilancio italiano. Poi sarà di nuovo il turno della Commissione che dovrà emettere un parere sui conti italiani poi una raccomandazione, da sottoporre al Consiglio. L'Europa dirà all'Italia di quanto dovrà correggere i conti. In sostanza ci chiederà una manovra. In caso di rifiuto scatteranno le sanzioni, circa 3,6 miliardi di euro da mettere in un deposito infruttifero. Poi, sempre in caso di una mancata risposta da parte dell'Italia, il blocco dei fondi europei.

Ma sui tempi della offensiva europea contro l'Italia a Bruxelles iniziano i primi dissensi. Sabato il premier Giuseppe Conte vedrà Jean Claude Juncker. Nonostante il clima ostile, il presidente della Commissione europea è tra gli esponenti dell'Ue meno ostili all'Italia. L'obiettivo di Palazzo Berlaymont è allungare la trattativa e dare il modo al ministro dell'Economia italiano di correggere in corsa la legge di bilancio. Correggere il deficit strutturale, depotenziare le riforme che spaventano Europa e mercati, quella delle pensioni e il reddito di cittadinanza.

Anche il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno è schierato con Juncker per dare fiato all'Italia. «Il processo di crescita è un processo a lungo termine. Ci vogliono riforme: delle pensioni e del mercato del lavoro. Riforme che l'Italia ha varato e dobbiamo dare tempo alle riforme», ha spiegato ieri. Chiaro il messaggio: non condanniamo subito l'Italia, ma l'Italia non smantelli le riforme dei precedenti governi.

Peccato che a Roma solo Tria sia su questa linea.

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