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Manovra, Moscovici morbido: nessuno scontro col governo

Il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici ci tiene a precisare che la situazione è molto diversa dall'anno scorso quando la Commissione costrinse l'esecutivo Cinquestelle-Lega a riscrivere l'intera manovra

Manovra, Moscovici morbido: nessuno scontro col governo

Nessuno scontro tra il governo italiano e Bruxelles. Il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici ci tiene a precisare che la situazione è molto diversa dall'anno scorso quando la Commissione costrinse l'esecutivo Cinquestelle-Lega a riscrivere l'intera manovra. Il mercato prende nota della puntualizzazione. Lo spread scende sotto 130 punti e la Borsa che aveva aperto in territorio negativo si riprende. Pierre Moscovici parla a margine della sessione plenaria dell'europarlamento a Strasburgo. Assicura che non c'è nessuna crisi con l'Italia sul bilancio. "Con la lettera inviata a Roma - dice - non chiediamo cambiamenti degli obiettivi di bilancio". La comunicazione, aggiunge "è diversa da quella dell'ultima volta", quella ricevuta dal governo lo scorso anno con la richiesta di modificare i target. Insomma non ci sarà una revisione totale né, com'era successo nel 2018 la richiesta di abbassare il deficit.

Resta il fatto che l'obiettivo del 2,2% è alto e la legge di bilancio per l'anno prossimo, per lo meno secondo la bozza inviata a Bruxelles, rischia di non essere conforme alla normativa comunitaria. Per questo l'esecutivo Ue è in attesa di ulteriori chiarimenti. Anche perché l'obiettivo di quest'anno non è molto lontano da quello dell'anno scorso inizialmente collocato al 2,4%. Dopo un lungo braccio di ferro reso più aspro dalla minaccia di aprire la procedura d'infrazione il target venne abbassato. Stavolta non dovrebbe accadere. Tuttavia secondo la valutazione preliminare della Commissione, la manovra 2020 non segue la raccomandazione al taglio della spesa. La bozza "non rispetta il target di riduzione del debito nel 2020", si legge nella missiva. In attesa della risposta ufficiale di Roma il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dall'assemblea di Confesercenti, ha rassicurato gli investitori. "C'è una lettera da Bruxelles a cui il ministro dell'Economia risponderà fornendo doverosi chiarimenti. Non siamo assolutamente preoccupati, è una normale interlocuzione con Bruxelles alla quale non ci sottrarremo", ha detto.

Quanto allo spread "si è ridotto in questa ultima parte del 2019 e ci permetterà di risparmiare fino a 18 miliardi di euro portando a una riduzione del rapporto debito-pil. Lavoreremo perché la riduzione dello spread sia ancora più significativa e i mercati possano credere ancora di più in noi", ha concluso Conte. Cosa significa? Significa che non dobbiamo aspettarci un braccio di ferro tra Roma e Bruxelles.

Resta da vedere come la manovra uscirà dal Parlamento dove l'assalto alla diligenza è solo all'inizio. Ma per questo c'è tempo e il giudizio definito della Commissione arriverà solo il 20 novembre. Certo le premesse non sono incoraggianti. Lo scontro si annuncia violento. L'accordo raggiunto nella notte prevede che il carcere per i grandi evasori entri nel decreto fiscale. Così i 5 Stelle potranno dire che le manette diventeranno presto tangibili così come l'alleggerimento delle sanzioni agli esercenti che rifiutano i pagamenti con il Pos. L'impianto non viene modificato: resta cioè la multa di 30 euro, maggiorata del 4% del valore della transazione. Ma - e qui è l'intesa - le norme entreranno in vigore solo dal primo luglio. Uno slittamento funzionale ad abbassare i costi delle commissioni delle carte di credito e dei dispositivi per il pagamento. Quella che è invece in alto mare è l'intesa sulle partite Iva che hanno un reddito fino a 65 mila euro. Si va verso un allentamento della stretta: resta il regime forfettario pieno, senza l'introduzione del calcolo analitico del reddito, ma non c'è ancora accordo sugli altri paletti per l'accesso al regime agevolato, come il tetto alle spese per gli investimenti. Su una cosa sono tutti d'accordo in pieno, a iniziare da Conte che l'ha voluto fortemente: il bonus Befana è pronto. Chi dal primo luglio 2020 pagherà con il bancomat o la carta di credito in ristoranti, officine auto, saloni di parrucchieri e altri posti, si garantirà il premio.

Arriverà il 6 gennaio 2021 e sarà pari al 19% delle spese sostenute.

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