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Manovra, salta il tagliavitalizi M5S e Lega furiosi con il Pd

Stop pure alle norme su cellulari in auto e seggiolini "salva-bambini". E arriva un altro duro colpo al Jobs act

Manovra, salta il tagliavitalizi M5S e Lega furiosi con il Pd

«Vergogna!». Il deputato M5S, Danilo Toninelli, ha denunciato con questa sommessa esclamazione la decisione della commissione Bilancio della Camera di espungere dalla legge di Bilancio l'emendamento che recepiva il ddl Richetti sul taglio dei vitalizi dei parlamentari con il ricalcolo contributivo per gli eletti prima del 2008. «Avremmo risparmiato 142 milioni di euro di soldi pubblici da destinare magari alle famiglie», ha protestato Toninelli riferendosi agli effetti economici della materia e incolpando il pd di aver salvato la «casta». fatto sta che il provvedimento, approvato dalla Camera a fine luglio, è rimasto oltre quattro mesi al Senato senza essere calendarizzato e senza trovare spazio nemmeno all'ultimo punto dei lavori che attualmente include uno ius soli a probabilità quasi zero di via libera. «Un'altra presa in giro di Renzi», ha chiosato il leader della Lega, Matteo Salvini e il silenzio del Pd sulla questione alimenta il sospetto.

In realtà il presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia, l'ha espulso il tagliavitalizi perché «ritenuto di carattere ordinamentale» ossia afferente a temi organizzativi che non possono essere affrontati per statuto dalla manovra finanziaria. Allo stesso modo sono saltati gli emendamenti che incrementavano le sanzioni per l'uso dei cellulari alla guida e l'obbligo di prevedere allarmi per i seggiolini dei bimbi montati in macchina. Idem per la riforma della governance dell'Inps, le norme sulla giustizia civile e penale e quelle riguardanti il Coni. Ma anche in questo caso il sospetto, anziché attutirsi, si autoalimenta poiché è stato dichiarato ammissibile l'emendamento a firma Pd per tagliare di un quarto l'obbligo della raccolta delle firme necessarie ai partiti non presenti in Parlamento per presentare le liste elettorali. La norma «salva-Bonino», così chiamata perché renderà più facile all'ala radicale guidata dall'ex ministro degli Esteri, dunque sarà messa ai voti da domani.

Analogamente hanno trovato posto nel dibattito quelle proposte di modifica presentate dalla sinistra Pd in commissione Lavoro della Camera per cercare di erigere l'ultimo «ponte» verso i bersaniani. Si tratta da un lato dell'abbassamento della durata massima dei contratti a tempo determinato da 36 a 24 mesi. Dall'altro lato, è stato dato l'ok anche al raddoppio dell'indennità di licenziamento minima da 4 a 8 mensilità. «I licenziamenti sono diventato troppo facili e poco costosi, al punto tale che molte aziende rinunciano agli ammortizzatori come la cassa integrazione per scegliere questa strada più conveniente», ha dichiarato il piddino di area orlandiana, Andrea Martella, ancora fiducioso, evidentemente, di poter costruire un centrosinistra allargato. «Per questo va sostenuto e approvato», ha concluso Martella.

Hanno passato, infine, il vaglio di ammissibilità due emendamenti proposti da Forza Italia. Il primo prevede l'esclusione dalla partecipazione al costo per l'estrazione del Dna finalizzata a verificare la salute del feto. «È un semplice esame del sangue per verificare lo stato di salute dei bambini, senza dovere ricorrere all'amniocentesi, salvo ovviamente i casi specifici in cui rimane necessaria», ha dichiarato la deputata azzurra Laura Ravetto ricordando che «tale prelievo oggi è a totale carico della madre che voglia avvalersene: io chiedo, invece, che questo costo venga sostenuto dallo Stato e spero, pertanto, che questo mio emendamento alla legge di bilancio abbia la più ampia condivisione e venga accolto». La collega Nunzia De Girolamo ha invece presentato un emendamento che modifica le norme sull'equo compenso contenute nel dl fiscale che finalizzano il pagamento degli onorari al raggiungimento dei risultati, ove vi siano specifiche clausole vessatorie nei contratti firmati con i professionisti.

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