Guerra in Ucraina

La marcia Azov su Bakhmut. "Ora ci riprenderemo tutto"

Kiev: "Conquistati due chilometri della città". Mosca esce dal trattato sulle armi convenzionali in Europa

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Il presidente Volodymyr Zelensky si mostra più che mai ottimista: «Ci stiamo riprendendo tutto, liberando tutti i nostri territori occupati dall'aggressore», dice in un'intervista al settimanale Die Zeit, mentre Kiev rivendica successi sul campo vicino alla città orientale di Bakhmut.

Ma la tanto attesa controffensiva ucraina per respingere le truppe russe rischia di rivelarsi «non decisiva». A mostrare cautela è il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, ieri in visita negli Stati Uniti, mentre il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è sembrato più ottimista, ritenendo che l'Ucraina abbia le risorse di cui ha bisogno per riconquistare i territori occupati. Lo stesso ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, parlando con la Bild, non esclude che questa controffensiva non sia l'ultima e che potrebbe servirne un'altra. Tanto più che Mosca si starebbe attrezzando per rispondere in modo adeguato e a breve - secondo l'analisi del think tank statunitense Isw - potrebbe tentare di lanciare una serie «quasi quotidiana» di attacchi missilistici contro l'Ucraina per cercare di ostacolare l'imminente controffensiva. Ancora prima di vedere quali saranno gli effetti della controffensiva, la presidente del consiglio Giorgia Meloni è pronta a scommettere sul successo di Kiev e sul futuro europeo dell'Ucraina. Ieri a Praga, al termine dell'incontro con il primo ministro ceco Petr Fiala, la premier ha ribadito il sostegno dell'Italia alla causa ucraina finché sarà necessario. Sul campo continua l'avanzata dell'esercito di Zelensky nei pressi di Bakhmut, la città del Donetsk diventata il fronte più caldo della guerra. Gli ucraini rivendicano di aver liberato oltre due chilometri di territorio infliggendo enormi perdite alle truppe di Mosca. «Le nostre forze armate hanno sconfitto due compagnie della 72ª brigata della Federazione Russa», riferisce il comandante del reggimento Azov. Il capo dei mercenari, Yevgeny Prigozhin, ammette le difficoltà del gruppo Wagner: «C'è il serio rischio che venga accerchiato a causa del cedimento dei fianchi. I fianchi si stanno già incrinando e stanno cedendo. In assenza di munizioni, il tritacarne funzionerà in senso opposto: le forze armate ucraine distruggeranno le milizie della Wagner», scrive Prigozhin su Telegram. Un caso è stato scatenato dalle frasi del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che ha chiesto di eliminare Zelensky. «Medvedev dovrebbe bere meno vodka. Se i russi potessero uccidere il presidente ci proverebbero, ma noi prendiamo decisioni rapide e intelligenti e siamo migliori di quanto molti si aspettassero», la replica di Kuleba sulle pagine della Bild.

Dell'andamento della guerra in Ucraina e della resistenza di Kiev si è parlato ieri a Bruxelles nel corso del Comitato militare della Nato nella sessione dei Capi di Stato Maggiore della Difesa. «La Russia è al 15esimo mese di quella che pensava sarebbe stata una guerra di 3 giorni. Golia sta vacillando. E questo perché Davide ha dimostrato un'immensa capacità di recupero e una brillantezza tattica, con il sostegno di 50 nazioni in tutto il mondo», ha detto il presidente del Comitato, Rob Bauer. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, si è impegnato infine a «rafforzare la struttura di comando e controllo» dell'alleanza. Un piano che necessita delle giuste risorse: «Il 2% del Pil sia il minimo di spesa».

Ma non promette nulla di buono la decisione del presidente Putin di avviare le procedure per il ritiro formale della Russia dal Trattato sulle forze armate convenzionali che fissa i limiti delle armi pesanti dislocate in Europa.

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