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"Marinai, zimbelli della Nato" Caos sulle caprette di De Giorgi

Per risparmiare sui giardinieri, l'ammiraglio arruola le capre. E ben presto i marinai hanno iniziato a fare i pastori

"Marinai, zimbelli della Nato" Caos sulle caprette di De Giorgi

L'ammiraglio Giuseppe De Giorgi arruola le capre. In alcune basi, secondo quanto trapela dall'inchiesta sullo scandalo petrolio, di cui dà conto Repubblica, i giardinieri sono infatti sostituiti dai quadrupedi. Una mossa che ha fatto risparmiare alla Marina un poì di soldi sulla manutenzione dei prati, ma che ha fatto diventare l'Italia lo zimbello della Nato. Ancor prima di diventare Capo di Stato Maggiore della Marina nel dicembre 2012, De Giorgi fa inserire tre capre alpine nell'organico dell'Arsenale militare di Venezia, una trentina di capre tibetane nella stazione aeromobili di Marina di Grottaglie e i daini prelevati dalla tenuta di San Rossore in diverse basi.

"Le povere caprette sono diventate un problema serio - scrive Fabio Tonacci su Repubblica - sporcano, ovviamente. Hanno bisogno delle cure dei veterinari, ovviamente. E non rispettano le consegne del codice militare, ovviamente, per cui una di queste è rimasta incinta, altre vagano nelle basi in cerca di cibo". Ben presto i marinai hanno iniziato a fare i pastori. Un sottoufficiale dell'arsenale di Venezia preposto alla salute, con 22 anni di servizio alle spalle, si è permesso di far presente al suo superiore che le capre starebbero molto meglio in libertà sulle Dolomiti. Il risultato? "Tre giorni di rigore e procedimento disciplinare - racconta - ora sono in attesa di trasferimento".

La questione è arrivata anche in parlamento. Ma, davanti all'interrogazione della deputata di Sel Donatella Duranti, il sottosegretario Domenico Rossi ha spiegato che, "in virtù delle loro abitudini alimentari", contribuiscono a "tenere sotto controllo la crescita della vegetazione, anche in funzione antincendio". "Sono ospitati in ampie, dedicate e circoscritte aree verdi all’interno delle quali sono garantite adeguate coperture e ricoveri per preservarli dalle intemperie, dalle piogge e dai rigori termici - ha continuato - sono stati regolarmente vaccinati ed è stato richiesto il rilascio del codice di identificazione, come previsto dalla normativa vigente".

Insomma, per il ministero della Difesa, devono essere considerate vere e proprie "mascotte".

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