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Marino ci ripensa: oggi ritira le sue dimissioni

Rinfrancato dalla manifestazione dei suoi fan vuole un chiarimento politico in consiglio comunale

Marino ci ripensa: oggi ritira le sue dimissioni

RomaIgnazio Marino è pronto a ritirare le sue dimissioni da sindaco di Roma. Probabilmente lo farà già oggi. Un colpo di scena dato ormai per scontato per i corridoi del Campidoglio. Il chirurgo sembra intenzionato a sbianchettare la sua decisione prima del 2 novembre, quando l'addio diventerebbe irrevocabile e a convocare il consiglio comunale per portare nell'aula Giulio Cesare quella che è ormai la sua tragicommedia, con lo scopo di celebrare quel «chiarimento politico» che gli restituisca l'onore. Del resto che Marino sia «rinfrancato» dopo la manifestazione dei suoi fans in Campidoglio di domenica e deciso a «portare in aula il caso» ritirando le dimissioni, lo conferma il suo migliore amico, Guido Filippi. A Un Giorno da Pecora di Radio2 dice che per Marino è « incomprensibile che un sindaco venga deposto attraverso interviste e comunicati stampa». Insomma, vuole lo showdown in pubblico. Ma la verità è che non ci sarà l'incontro chiesto al premier Matteo Renzi, che tornerà dal Sudamerica domani e sembra non avere alcuna intenzione di fargli da sponda. Lui è sempre più solo e l'inchiesta sugli scontrini non è stata archiviata come sperava dalla procura di Roma.

In pubblico, però, Marino sfoggia sicurezza, parlando della sua giunta al presente e addirittura usando un futuro su cui nessuno scommetterebbe un soldo. «La mia è una giunta che lavora e che guarda avanti», dice inaugurando un viadotto in periferia. «Questa città - si vanta - ha patito corruzione e criminalità, noi abbiamo mostrato discontinuità. Questo ponte è stato realizzato in pochi mesi come i lavori in Via Marsala». Qui un cittadino lo smentisce dalla piazza: «Il cantiere c'è da due anni, sindaco». Ma lui, al solito, ha l'occhio rivolto oltre. «Domani e dopodomani inaugureremo altri cantieri, Roma deve andare avanti».

La situazione non è certo rosea, con 9 dei 12 assessori che sarebbero pronti alle dimissioni e i 19 consiglieri dem che hanno detto in un documento, anche se non proprio esplicitamente, di volerlo sfiduciare se dovesse fare marcia indietro. È forse su certe incertezze nel Pd di Matteo Orfini che Marino fa affidamento, oltre che sulle sotterranee resistenze del resto dei consiglieri ad andare al voto, perdendo la poltrona. Insospettisce anche la dichiarazione di Pierluigi Bersani che, dopo aver sentito Marino, dice che «la soluzione va cercata insieme, cercando di tenere dentro tutti». Eppure l'assessore ai Trasporti e senatore Pd Stefano Esposito cerca di essere categorico: «Marino? Confermerà le dimissioni - dice a La Zanzara su Radio 24 -, la linea del Pd è stata decisa e non è cambiata. Ci accusavano di tener in piedi Marino perché non volevamo le elezioni, ora possiamo perdere». Già, perdere. E il vantaggio, per i sondaggi, sarebbe del M5S. I 4 consiglieri pentastellati, loro sì, sono decisi a dimettersi. E vedono nell'«ammutinamento del Pd verso Marino» solo «la solita farsa». Ricordano che c'è una sola mozione di sfiducia in assemblea capitolina, quella del M5S. Per mettere fine al «circo delle dimissioni sì-dimissioni no», Pd e altre forze politiche dovrebbero votarla. Gianroberto Casaleggio spiega che quel che conta è « vincere le elezioni». Su Facebook Alfio Marchini ironizza: «Marino: “La mia è una giunta che lavora e guarda avanti”. Che dire? In termini oculistici, trattasi di un grave caso di strabismo... in termini psichiatrici, una grave negazione della realtà.

Per noi romani: una farsa insopportabile».

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