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Marino conferma l'addio Ma è pronto a ricandidarsi

In piazza i sostenitori del sindaco, che per ora non cambia idea. Renzi: "Sabella commissario? Ottimo nome, sceglierà il prefetto"

Marino conferma l'addio Ma è pronto a ricandidarsi

Roma - Mobilitato da ignote interconnessioni siderali, ivi comprese alcune a carattere sotterraneo promosse da Bettini, il popolo Marziano si materializza intorno al mezzodì ai piedi della copia della statua del Marco Aurelio. « Movemose » la parola d'ordine circolata in Rete. Appare chiaro come le oche del Campidoglio stavolta non abbiano funzionato.

Si tratta di un migliaio di esseri viventi uguali a ciascuno di noi: vecchine, ciclisti, uomini d'ogni tipo. Uno, in occhiali da sole a goccia, si aggira a pugni chiusi urlando: «Ma-ri-nooo!». Sembrerebbe cercarlo per un debito di gioco, invece è un facinoroso sostenitore in maglietta rosso fuoco. Di rosso anche il drappo riesumato del Pci, il classico rettangolo del Tricolore, gli scacchi di una bandiera romanista aggiornata per l'occasione con foto polaroid appuntate da spilli che ritraggono Ignazio in posa. La Sagoma di Lui, in carne e ossa, fa invece capolino a braccia conserte dietro i vetri opachi del proprio ufficio. Attende che la piazza sia piena, che non manchi proprio nessuno, per scendere a godersi il suo bagno di folla e inaugurare la Civica Marziana, lista con un programma condensato nello slogan più in voga tra i fan: «Renzi-Renzi, vaff». Altri punti: Noi con Marino, Voi col Padrino , Pd=Mafia , Mai più Pd . Qualcuno brucia la tessera con le vituperate lettere.

L'anticipazione dei prossimi passi del sindaco dimissionario, che ha annunciato di non volerci ripensare né vuole passare per il Consiglio («Non ci voglio più andare, è tutto inutile, non mi faccio umiliare da chi si mette a fare il circo»), è un altro incubo che si materializza per il segretario Renzi, in serata in tv a Che tempo che fa , dopo aver mandato avanti la Boschi nell'opera di minimizzazione. «Non credo che ci siano elementi nuovi che possano cambiare la scelta delle dimissioni per Marino». Maria Antonietta di Francia non avrebbe parlato con maggiore e leggiadra perfidia. Renzi rincara la dose di veleno: «Più che rompersi qualcosa tra Marino e il Pd, s'è rotto qualcosa tra l'amministrazione e la città... D'altronde Marino aveva vinto le primarie un po' a sorpresa, contro una bella parte del Pd romano». Però, dice il premier, con l'occasione del Giubileo alle porte, è indispensabile che la città funzioni, «cose normali, l'abc del sindaco». Per il commissario, «Sabella? Un ottimo nome, è un magistrato, deciderà il prefetto ma vedremo appena le dimissioni di Marino saranno esecutive». Via libera invece alle primarie: «Non posso decidere io il sindaco, lo faranno i romani». Segno che il segretario ha già messo in conto di perdere la Capitale a opera del popolo che reclama brioche e Marino, odia il Pd e i giornali a esso asserviti. Ergo, meglio prendere le distanze da subito.

D'altronde - conferma il deputato pidino Miccoli che c'era - «la stragrande maggioranza dei presenti alla manifestazione erano elettori, militanti, segretari di circolo del Pd». Di questo fervore popolare, alimentato della tesi del complotto («Parlerò al momento opportuno»), il sindaco si fa scudo e vanto, lasciandosi a sua volta commuovere fino alle lacrime nel suo confuso zig-zag di ringraziamento sulla piazza. «Siete un patrimonio che Roma non può e non deve perdere». Una signora in carne gli si avvinghia e quasi lo bacia sulle labbra, una vecchina si stringe alla pancetta da ciclista un po' in disarmo. «Basta sberleffi, vivo con tre auto blindate e sette uomini di scorta... anche andare in un ristorante è un problema».

Non si stenta a crederci, a volte non si becca neppure uno straccio di fattura.

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