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Marino si salva con mille euro Ma ora un furgone lo inguaia

Sindaco fischiato: "Non dovevo ma ho pagato le multe". Nuovo caso sulla bici: la terrebbe su un minivan per usarla pochi metri

Marino si salva con mille euro Ma ora un furgone lo inguaia

«Io sono la vittima, la sola vittima». Fuori dall'aula Giulio Cesare ormai è sceso il buio e ha cominciato a piovere. Mentre legge le sedici pagine del suo discorso, la faccia di Ignazio Marino è meno espressiva di quella in marmo del Divo Giulio che lo sovrasta. Ma tolta l'inesistente mimica facciale, più che Cesare il sindaco che «riferisce» in Campidoglio sul multa-gate, ricorda il Marchese del Grillo. Quello, interpretato da Alberto Sordi, riassumeva le sue prerogative nel celebre «Mi dispiace, io so io e voi non siete un cazzo». Marino ricalca lo stesso concetto, solo con maggiore understatement e giocando il ruolo di vittima dell'altrui incapacità, oltre che naturalmente dei «poteri forti» a cui spesso allude. Forse ce l'ha col raduno di Panda rosse che domani punterà sul Campidoglio per sbertucciarlo un po'. O magari si riferisce al suo stesso partito, che lo ha costretto a questa giornata di «chiarimenti». Senza voto di sfiducia - alla mozione del capogruppo di Ncd, Roberto Cantiani, manca una firma per l'urgenza - Marino ne fa un monologo difensivo. Ignora fischi, slogan, pernacchie, lasciando replicare la sua claque . E scarica sul Campidoglio le responsabilità.

Il permesso scaduto? Colpa degli «uffici competenti», evidentemente per lui incompetenti. Il permesso temporaneo e retroattivo? Prodotto d'iniziativa dall'Agenzia della mobilità, giustamente zelante. Le multe «automaticamente annullate» ne sono dunque la normale conseguenza. E la panzana dell'hacker? No, nemmeno quella è colpa sua. «Mi sono stati sottoposti documenti che gli uffici ritenevano prova di una manomissione informatica». Lui è solo corso dai carabinieri. E poi, piano a parlare di panzana, in fondo «le autorità competenti stanno indagando», ammonisce con chirurgica pignoleria il sindaco (mentre pare che la procura stia per archiviare).

Marino vittima del Campidoglio, ossia - per estensione - vittima di se stesso. Ecco perché quelle multe «annullate» il sindaco le ha pagate, come anticipato dal Giornale, perché «un sindaco non può essere vittima dell'amministrazione che guida», anche se dice il contrario, anche se «non dovevo pagare». Le sole scuse sono per la Panda beccata dalle Iene in sosta vietata. Ma la colpa, anche qui, è della «morbosa attenzione» provocata dagli «attacchi strumentali». Si rammarica pure perché i vigili non l'hanno multato, e finisce che è colpa dei pizzardoni che remano contro. Qui è il capogruppo della lista Marchini Alessandro Onorato che sbotta, chiedendo perché Marino non s'è fatto multare «dai vigili che lo seguono col furgone e la bici», gettando le basi per un nuovo capitolo delle Mariniadi. Il sindaco ha dichiarato di aver pedalato 35mila chilometri in un anno al Campidoglio. Ma andrebbe in giro con due auto e un furgone di vigili urbani di scorta, pronti a passargli la bici per arrivare pedalante e sorridente agli appuntamenti.

Comunque il sindaco «inadatto al ruolo» per opposizione e parte del Pd va «avanti convinto e deciso», per «rimettere Roma nella mappa del mondo». Marino «vittima» di errori altrui. E pazienza se per fare guerra ai tavolini brucia mille posti di lavoro. E se «i benefici» della sua cura «non si vedono ancora». Mica è colpa sua.

Saranno miopi i romani.

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