Politica

Un Master per scrivere leggi comprensibili

Presentato un progetto di collaborazione tra l’Università di Pavia e Palazzo Madama. L’obiettivo? "Trovare le parole giuste", migliorare la qualità della scrittura tecnica e della lingua italiana usata nella nostra (sterminata) legislazione

Un Master per scrivere leggi comprensibili

Senato e Università di Pavia uniscono le forze per insegnare agli studenti come si scrive una legge in maniera chiara e comprensibile. L’obiettivo? Trovare le parole giuste, Migliorare la qualità della scrittura tecnica e della cultura linguistica per il buon funzionamento della Pubblica Amministrazione e della giustizia.

La convenzione è stata sottoscritta ieri dal Rettore dell’Università di Pavia Fabio Rugge e dal Presidente del Senato Pietro Grasso. La collaborazione, che ha avuto un’anteprima con un esperimento di riformulazione di un disegno di legge da parte degli studenti del corso di Lingua del diritto nel corso di laurea in Giurisprudenza, ha come obiettivo l’istituzione di un master congiunto fra l’università pavese e il Senato della Repubblica, con l’obiettivo anche di formare nuove professionalità.

Il tentativo è quello di individuare «le parole giuste», riattivando la ricca capacità espressiva dell’italiano. Una «missione» resa necessaria anche da alcune ataviche cattive abitudini tipiche del nostro Paese (e del nostro Parlamento). «Nonostante diversi tentativi, passati e in corso, resta un dato oggettivo, che l’Italia ha un numero di leggi in vigore quindici o venti volte superiore agli altri grandi Paesi europei, situazione che rende difficile al cittadino conoscere e comprendere le norme» spiega il presidente del Senato.

«Bisogna assicurare la qualità delle norme attraverso un accurato lavoro di istruttoria nelle commissioni, dove i testi possono essere ponderati, dibattuti e migliorati con il sostegno dei bravi tecnici del Parlamento» continua Grasso.

«Una legge ben scritta non solo è più comprensibile, e quindi più efficace, ma è applicabile in maniera più uniforme, riducendo gli spazi interpretativi per chi deve attuarla. In quella sede ci si può assicurare che le norme rispondano agli obiettivi perseguiti dalla politica, siano ben formulate e si armonizzino appieno con l’ordinamento, mentre all’Aula - sottolinea ancora - deve essere lasciato il ruolo che le è proprio nella democrazia, la trasparenza e la pubblicità delle scelte politiche»

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