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Matteo demolisce Woodcock: "La sua carriera parla per lui"

L'ex premier Renzi difende il padre e ipotizza un piano B se perdesse le primarie Pd: "Insegnerò all'università"

Matteo demolisce Woodcock: "La sua carriera parla per lui"

E due. Dopo l'ospitata a Otto e mezzo di venerdì scorso, Matteo Renzi è ancora una volta costretto dagli eventi a giocare in difesa. Così, nonostante la bufera giudiziaria che ha coinvolto suo padre Tiziano non si sia affatto placata, l'ex premier decide di presentarsi nel salotto di Porta a Porta per dire ancora una volta la sua. La strategia, insomma, è quella del contrattaccare subito e con decisione, così da provare ad arginare i tanti dubbi che anche all'interno del si vanno affacciando sulla tenuta di Renzi. Perché sono sempre di più quelli che pensano che l'ex presidente del Consiglio non sia più in grado di gestire il Pd, soprattutto se dalle primarie del prossimo 30 aprile dovesse uscire un segretario per così dire dimezzato. Nel caso uno dei tre candidati non superi il 50% dei consensi, infatti, si andrà ad un ballottaggio dove ogni scenario diventa possibile. Compreso quello di accordo dell'ultima ora tra Andrea Orlando e Michele Emiliano che oggi appare impensabile ma che finirebbe per mettere Renzi in minoranza.

L'ex premier, dunque, spinge sull'acceleratore. Inizia tranquillizzando tutti - in particolare il Quirinale - sulla durata della legislatura: «Lo abbiamo detto in tutte le salse, l'importante è che si facciano le cose. C'è il pieno accordo con Gentiloni e siamo tutti impegnati a sostenerlo fino al febbraio 2018, quando termina il percorso della legislatura». E aggiunge: «L'idea è però quella di occupare il tempo senza parlarsi addosso tra politici, ma confrontandoci su cose concrete». Quale siano non si è ben capito se passati neanche cinque minuti Renzi non resiste alla tentazione di affondare il colpo su Emiliano. «La cosa dei vaccini mi ha fatto male», spiega. E ancora: «Emiliano non è stato chiaro come sono stati altri Governatori. Non giochiamo sulla pelle della gente alle primarie. Su queste cose non si scherza. Evitiamo di strumentalizzare le questioni che riguardano la vita di tutti. Sui vaccini per prendere un voto in più si perde la faccia e la dignità del Pd».

Poi affronta il caso Consip per ribadire che sta «con i giudici», anche se dà una stoccata alle Procure: «Ci sono stati in passato alcune inchieste con alcuni pm specializzati in queste inchieste, che hanno un ruolino, una carriera che parla per loro, che sono arrivati a un nulla di fatto». «Mio padre ha un avvocato e si difenderà», dice l'ex premier. Che se per il ministro dello Sport Luca Lotti era arrivato a spendersi fino a dire di non aver dubbi sul suo operato, ancora una volta usa toni più sfumati per il padre. E lo spiega: «Ci sono due dimensioni diverse. Una è quella del figlio, che quando vede il padre in difficoltà è umanamente preoccupato. Ma dal punto di vista istituzionale io non entro nella questione delle indagini, non la giudico».

Per il futuro, invece, dovesse andare male la corsa alla segretaria dem, Renzi ha già qualche progetto: «Ho una serie di iniziative mie: un libro, un professore universitario. Come arrivare alla fine del mese me lo trovo.

Non facciamo battute sui disoccupati, quelli veri».

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