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Matteo fa scoppiare la guerra pure tra gli amici scout

Scontro dentro l'Agesci sulle unioni civili. La base contesta l'apertura agli omosex

Matteo fa scoppiare la guerra pure tra gli amici scout

Roma Il capolavoro di Matteo Renzi: con le unioni civili prima spacca il Pd poi frantuma la maggioranza di governo e infine porta la guerra anche fra gli scout. Il disegno di legge Cirinnà ha innescato una reazione a catena deflagrata in occasione del Family Day. Oltre alle contrasti nello schieramento che sostiene l'esecutivo la manifestazione ha portato alla luce un conflitto interno all'Agesci che non nasce sicuramente oggi e che è in gran parte anche un conflitto generazionale ma che proprio sulla questione dei matrimoni omosessuali è pubblicamente esploso. E anche il fatto che i matrimoni gay potrebbero essere consacrati proprio dal governo Renzi che vanta un passato da scout militante non è un elemento trascurabile.Sul Family Day l'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani era stata chiara. Agesci non aderisce, chi vuole potrà partecipare a livello personale ma, aveva specificato, senza indossare l'uniforme. Di fronte a questa scelta le reazioni sono state diverse e contrastanti. Per qualcuno occorre dire apertamente no alle nozze gay e quindi anche scendere in piazza per altri invece sarebbe necessario un confronto più aperto con le coppie omosessuali e un sostegno anche alla legge Cirinnà. Con una lettera firmata da Martina Colomasi e indirizzata ai vertici dell'Associazione 132 capi scout non solo esprimono «profonda gioia» per la non adesione dell'Agesci al Family Day ma chiedono di «favorire incontri con le famiglie arcobaleno, le associazioni di omosessuali cattolici per aprire un confronto» ricordando la Carta del Coraggio siglata nel 2014 dai rappresentanti di circa 30.000 scout che si dichiaravano aperti «a temi quali omosessualità, divorzio e convivenza attraverso occasioni di confronto e di dialogo». Nella lettera si sottolinea pure che la Carta non rappresentava la posizione ufficiale dell'Associazione ma «quella dei ragazzi» che l'avevano sottoscritta. Ma per i firmatari della lettera «quella presa di posizione fu il primo segnale che le generazioni più giovani, anche tra gli scout sono pronte al cambiamento su questi temi». Non tutti però sono pronti. L'idea che l'Agesci sia a favore delle nozze gay provoca una rivolta tra gli scout sostenitori del Family Day che sui social come Facebook postano le foto degli scout in divisa presenti sabato al Circo Massimo. Non solo.Sulla pagina del presidente dei Giuristi cattolici l'avvocato Gianfranco Amato, fra i promotori del Family Day, si scatenano i commenti critici verso la lettera dei capi scout sottolineando che sono una minoranza. Viene pure pubblicata una lettera che una scout di Padova ha indirizzato ai vertici dell'Associazione. Lettera che confessa un disorientamento profondo rispetto ad alcune scelte e che chiede all'Agesci di «delineare una posizione chiara riguardo al tema della famiglia» accusando in sostanza i vertici di un comportamento alla Ponzio Pilato. Si critica apertamente la Carta del Coraggio perché «avanza richieste in contrasto con quello che invece la Chiesa ed il Magistero ci insegnano, che non sono punti negoziabili nella vita di un credente». Ma anche le parole di Papa Francesco possono essere «interpretate» ed usate da entrambi gli schieramenti. È vero che Bergoglio ha ribadito che «non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione».

Ma ieri all'Angelus, proprio all'indomani del Family Day, ha anche ricordato che «nessuna condizione umana può costituire motivo di esclusione dal cuore di Dio».

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