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La mattina siciliana del leghista Lacrime per i cuginetti uccisi

Salvini commosso con i genitori dei ragazzi investiti a Vittoria. Poi però deve subire nuove contestazioni

La mattina siciliana del leghista Lacrime per i cuginetti uccisi

C'è una Sicilia che non ti aspetti, che quasi si solleva. E un Salvini «siciliano» che non ti aspetti, che si presenta in lacrime dopo aver incontrato i genitori dei due cuginetti travolti e uccisi a Vittoria da un uomo ubriaco e drogato il 12 luglio scorso. Se c'è un nesso, è nella tensione di queste ore, che trasforma azioni e sentimenti in lava da campagna elettorale.

«Ti ricordi Forza Etna? Io sì» è la sintesi della domenica di rivolte siciliane contro il leader leghista, a metà tra guerriglia e flash mob. Il ministro dell'Interno non poteva aspettarsi di arrivare a Catania, guidata da un sindaco di Fdi, e trovare moti antiborbonici. Nell'isola dove l'ospitalità è legge non scritta millenaria, insulti invece che arancini, striscioni al posto delle granite.

Un popolo che non dimentica, che spesso anticipa tendenze elettorali, dove i moderati e i cattolici, nonostante tutto, pesano da sempre. Orgoglioso e accogliente. Ecco allora gli striscioni «Siracusa porto aperto» sulle barche a vela, i vecchietti che si sono precipitati in piazza per mannarlo a..., i coretti «venduto», studenti e professionisti, ciascuno ad aspettarlo a qualche appuntamento pubblico a Catania, a Siracusa, a Vittoria. Piazze vere e virtuali.

Come in passato, nonostante le critiche dei vescovi e dell'Osservatore romano, a Siracusa durante il comizio Salvini sventolava un pittoresco rosario. È arrivata la condanna del vescovo di Mazara del Vallo, luogo di pescatori e di sbarchi. «Sfrutta la devozione per scopi elettorali. È inaccettabile» le parole di monsignor Domenico Mogavero.

Anche a Vittoria, commissariata per mafia, Salvini ha trovato contestatori davanti al Comune: «Sciacallo». E un flash mob silenzioso, con lo striscione «Il dolore non è propaganda», lo attendeva dopo l'incontro con i genitori dei due cuginetti travolti e uccisi da un uomo che, ubriaco e drogato, guidava il Suv a 160 l'ora: Simone, dodici anni, e Alessio, undici. Si è presentato alle telecamere in lacrime, Salvini, dopo il colloquio. Nelle sue parole, un misto di rabbia e accusa all'«omertà» della città che ha protetto il 37enne accusato di duplice omicidio stradale aggravato e omissione di soccorso. È stata l'inchiesta della Polizia a scoprire che un mese prima l'uomo aveva accoltellato un coetaneo davanti a decine di testimoni e nessuno aveva sporto denuncia: in carcere ha ricevuto l'accusa di tentato omicidio.

Il Salvini in lacrime ha criticato la città: «Spero che questo doppio sacrificio svegli la comunità. Qui ho trovato connivenza, omertà, silenzio, complicità come in poche altre zone d'Italia. È bestiale». Gli uomini che erano nel Suv con Rosario Greco si vedono già nei bar mentre la famiglia delle vittime è rimasta isolata e i delinquenti continuano a controllare gli appalti, ha raccontato il vicepremier che vuole votare e riformare la giustizia. Così: «Prometto giustizia, non puoi riportare in vita nessuno, ma mi rifiuto di pensare che tra qualche anno quattro infami possano passeggiare». Poi ha raccontato di aver regalato ai genitori medaglie della Madonna di Medjugorje.

Parole che suonano come una nuova sfida.

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