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"Con me al Viminale li catturammo tutti. Salvini non cada nella trappola del fango"

L'ex ministro: "Illazioni ridicole. Berlusconi alla mafia ha fatto un c...o così"

"Con me al Viminale li catturammo tutti. Salvini non cada nella trappola del fango"

Milano - «Trattativa con la mafia? Il governo Berlusconi alla mafia ha fatto un culo così. Che ancora se lo ricordano. Mi scusi il francesismo».

Presidente Roberto Maroni, lei è stato due volte ministro dell'Interno e la prima proprio in quel 1994 toccato dalla sentenza della corte di Assise di Palermo.

«Un primo grado. Aspetterei prima di parlare di teorema confermato».

Cosa ha provato sentendo una sentenza che accusa lo Stato di essere sceso a patti con Cosa Nostra?

«Prima la gioia per l'assoluzione di Nicola Mancino, mio predecessore al Viminale. Un galantuomo».

Mai avuto dubbi?

«Arrivato al ministero mi sono fatto portare dal direttore del Sisde Domenico Salazar i dossier. C'erano quelli sui partiti, quello sulla Lega Nord. E ce n'era uno anche su Mancino».

Il ministro dell'Interno dossierato dai servizi?

«Si figuri se poteva essere lui al centro di una trattativa con la mafia».

Non ha avuto alcun sentore di possibili accordi. Del famoso «papello» con le richieste di Totò Riina?

«Lo escludo. Il capo del Sisde e poi della polizia era Vincenzo Parisi, un uomo che mai avrebbe permesso una cosa simile. Un maestro per me».

Perché è così sicuro?

«Veniva ogni mattina al ministero e quando parlavamo di mafia voleva che scendessimo in giardino. Non c'erano le intercettazioni di oggi, ma lui diceva che era meglio così».

E Berlusconi?

«Garantisco che non solo non si è mai permesso di ostacolare il mio lavoro, ma anzi mi ha sempre spronato a combattere la criminalità organizzata».

All'arresto del camorrista Antonio Iovine nel novembre del 2010, lei parlò di 6.754 mafiosi in manette con il governo Berlusconi con un incremento del 34 per cento.

«Non solo, noi arrestammo 28 dei 30 latitanti più pericolosi».

Quindi non ci fu indulgenza?

«Di più, fummo noi a far diventare legge la proposta di Giovanni Falcone per colpire la mafia nei patrimoni. Oltre 35mila beni sequestrati o confiscati».

Come?

«Prima i beni venivano sequestrati ai mafiosi in quanto pericolosi. Ma in caso di morte o intestazione ai nipotini (come succedeva speso), tutto tornava agli eredi. Noi abbiamo separato la misure di prevenzione personali da quelle patrimoniali. E ha funzionato».

Fu Pietro Grasso, in altri tempi, a chiedere «un premio speciale a Silvio Berlusconi e al suo governo per la lotta alla mafia».

«Mi ha fatto piacere perché le misure di aggressione ai patrimoni mafiosi le ho introdotte io: l'Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati e il Fug, il Fondo unico giustizia che con i soldi della criminalità aiuta le vittime e i testimoni di giustizia».

Importante.

«Abbiamo consegnato alle forze dell'ordine le auto sequestrate. Sa cosa significa polizia e carabinieri in un quartiere mafioso con la macchina che fino al giorno prima era del boss?».

Berlusconi la incitava alla lotta alla mafia o le diceva di frenare?

«Ogni mese facevo una relazione al consiglio dei ministri. E quando nel '94 Berlusconi presentò il governo al senato, io non c'ero e la sinistra mi criticò».

Come mai?

«Ero in Sicilia dove un sindaco aveva trovato una testa di vitello mozzata sulla porta di casa. Berlusconi mi disse di lasciar perdere il Senato e di andare lì. Era la prima volta che vedevano il ministro con il procuratore di Palermo che era Gian Carlo Caselli, i capi di polizia e carabinieri. Altro che trattativa».

Eppure c'è questa sentenza.

«Questi sono i fatti, non opinioni. Quelle le lascio ai professionisti dell'antimafia di Sciascia».

Ora quella trattativa entra in un'altra trattativa, quella per il governo.

«Lo scrivono i giornali, non vedo proprio come possa influire».

Sarà un appiglio per i 5 Stelle.

«Sono cose che danno fastidio, ma sono anni che si dice di Berlusconi e lui è sempre lì».

Il momento è cruciale.

«Io dico a Matteo Salvini di lasciar perdere tutto questo fango buttato in giro. Non cada nella trappola e mantenga salda la guida del centrodestra. Se questa alleanza scompare, a vincere saranno gli altri».

Avesse saputo di una trattativa Stato-mafia, l'avrebbe denunciata?

«Immediatamente».

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