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Il mea culpa di Renzi su Mps: "La sinistra ha colpe enormi"

Renzi: "Niente manovra bis, le tasse scenderanno"

Il mea culpa di Renzi su Mps: "La sinistra ha colpe enormi"

"Purtroppo ci troviamo a fronteggiare questo meccanismo atroce delle clausole di salvaguardia", che possono causare l'aumento automatico dell'Iva "perché i governi Letta e Monti hanno disseminato di trappole le vecchie finanziarie". Lo ha detto il premier Matteo Renzi in un'intervista pubblicata stamane da Repubblica, assicurando poi che "seguiremo la linea già tenuta fin qui scongiurando un salasso da 15 miliardi, dunque l'Iva non aumenterà".

Il premier ha ribadito che "le tasse continueranno a scendere, perché andremo avanti sul taglio dell'Ires". Renzi ha anche detto che "da tre anni conviviamo con il rischio di manovre correttive, ma posso dire con certezza che non ce ne sarà una per il 2016".

Referendum

Sulla data della consultazione per dire sì o no alla riforma costituzionale, Renzi ha detto: "Penso che il Presidente Mattarella abbia detto parole definitive: essa viene decisa sulla base di una precisa procedura che noi stiamo rispettando nel dettaglio, come peraltro è nostro dovere. Ottobre o novembre, cambia poco. L'importante è che i cittadini siano informati sul quesito".

Mea culpa su Mps

"Su Mps, non prendiamoci in giro: le responsabilità di una parte politica della sinistra, romana e senese, sono enormi. Da Banca121 in poi certe scelte sono state un suicidio, voluto da una politica impicciona e incapace sia a livello territoriale che nazionale. Non voglio che per le responsabilità dei politici del passato, e dei banchieri del passato, paghino i cittadini di oggi. Non è un fatto di consenso, è un fatto di giustizia. Paghi chi ha sbagliato, non la gente comune".

Lotta all'Isis

Per arginare il pericolo dell'Isis, bisogna intervenire militarmente nei territori controllati dallo Stato islamico? "La scelta del mio governo è solo quella di evitare avventure improvvisate come quella che i nostri amici francesi imposero in grande stile in Libia arrivando alla distruzione di Gheddafi ma senza un piano per il dopo. E noi siamo i primi a pagarne le conseguenze oggi, ha sottolineato il premier.

"Le iniziative militari devono avere una strategia per il domani, non solo una tattica per l'oggi".

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