Politica

Per Melegatti nuova speranza C'è un'offerta da 13,5 milioni

Manila Alfano

Sarà che l'estate sta finendo e si inizia già a pensare al Natale, sarà che la buona stella, quando c'è, non molla tanto facilmente, ma sta di fatto che per la Melegatti non è ancora detta. E la fine può aspettare. Che corsa a ostacoli per l'azienda dolciaria di Verona, montagne russe per i dipendenti, sballottati tra fallimenti annunciati e salvataggi pubblicizzati, tra accordi sfiorati e all'ultimo sfumati. E così, tutti pronti a scrivere un altro capitolo per il futuro della Melegatti e dei suoi lavoratori. Un imprenditore veneto si è fatto avanti per comprare la società dolciaria veronese che produce pandori e panettoni dopo che la prima asta indetta dai curatori era andata deserta. L'offerta in campo dovrebbe essere da 13,5 milioni, la base d'asta, e l' imprenditore non sarebbe del settore dolciario. Eventuali rilanci saranno possibili fino al 28 settembre e sull'identità dell'offerente i curatori mantengono il riserbo. «L'aggiudicazione provvisoria è avvenuta a 13,5 milioni di euro», ha scritto confermando così la notizia in una nota pubblicata sul portale del Consiglio regionale e sui social network Stefano Valdegamberi. «Da ora - ha aggiunto - decorrono i 10 giorni per eventuali offerte al rialzo prima dell'aggiudicazione definitiva. Ringrazio quanti ci hanno creduto fino in fondo da sempre. Ringrazio soprattutto l'imprenditore aggiudicatario che, benché non del settore, con coraggio ha voluto investire nell'azienda che a Verona ha inventato il pandoro. Il suo nome vuole rimanere riservato fino all'eventuale aggiudicazione definitiva», ha concluso. La procedura, spiega l'Arena, prevede eventuali offerte migliorative del 10% ed eventuale gara il 3 ottobre.

Soltanto poche settimane fa, la situazione pareva irrimediabilmente compromessa, tanto che i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil e i curatori fallimentari di Melegatti avevano firmato l'accordo per i licenziamenti di tutti i dipendenti dell'azienda dolciaria, a seguito della dichiarazione di fallimento arrivata lo scorso 29 maggio. In base all'intesa, l'ultimo giorno di rapporto dovrebbe coincidere con la data del 20 dicembre, quando scadrà anche la Cassa integrazione straordinaria. Oltre questa data non sarà possibile accedere ad altri ammortizzatori sociali. Ora, proprio alla scadenza del secondo bando di vendita, qualcosa si muove.

Forse è la volta buona.

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