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Meno sussidi, più lavoro. La svolta del governo che punta sugli incentivi

In arrivo sconti contributivi per chi assume giovani "neet" e beneficiari del nuovo "Gil"

Meno sussidi, più lavoro. La svolta del governo che punta sugli incentivi

Lavoro per tutti, in particolare per i più giovani. Almeno, questa pare essere l'intenzione del governo Meloni con la batteria di incentivi che sta mettendo a punto con il decreto che riformerà ilreddito di cittadinanza, in arrivo in Consiglio dei ministri nelle prossime settimane. Tra le varie misure, ce n'è una che punta a trovare un lavoro ai cosiddetti Neet, ossia i giovani under 30 che non studiano e non lavorano. Secondo gli ultimi dati Eurostat, sono oltre 2 milioni in Italia. Le porte sarebbero aperte anche agli iscritti al programma «Iniziativa occupazione giovani». In pratica, i datori di lavoro che assumeranno il giovane avranno diritto a un bonus da scontare mese per mese, sul 60% della retribuzione mensile lorda imponibile a fini previdenziali. Varrebbe per le assunzioni da fine giugno a fine anno. L'ipotesi dà la possibilità di cumulare l'incentivo con altri già esistenti, anche se in questo caso il beneficio si ridurrebbe al 20% del salario. Almeno inizialmente, è previsto un tetto di spesa di 80 milioni per la misura. Il meccanismo, quindi, potrebbe essere quello del click day fino a esaurimento fondi. Nel caso l'esperimento dovesse funzionare, però, nulla vieterebbe di replicarlo. Secondo le stime della relazione tecnica, dovrebbe favorire 70mila nuove assunzioni di giovani con una retribuzione media mensile di 1.300 euro. Insomma, quasi due volte e mezzo l'assegno medio del reddito di cittadinanza (559 euro) e con l'opportunità di ottenere competenze lavorative spendibili per un eventuale nuovo impiego.

Allo studio ulteriori incentivi per i percettori di Garanzia per l'inclusione e delle altre misure che sostituiranno il reddito di cittadinanza. C'è infatti un'idea originale, ossia un aiuto economico di 3mila euro per coloro che, da beneficiari delle nuove misure di sostegno, avviano un'attività in proprio. La parte più significativa però è lo sgravio contributivo al 100% per due anni, fino a un massimo di 8mila euro all'anno, per chi assume un percettore del sussidio. E l'estensione degli sconti contributivi anche per contratti a termine o stagionali: quest'ultimi avrebbero un'agevolazione del 50%, con un tetto di 4 mila euro all'anno.

Il governo ha poi reso meno rigide le causali per i contratti a termine, superando alcune disposizioni del decreto Dignità. Nella bozza del decreto, infatti, c'è un importante alleggerimento del meccanismo della causale per i contratti a termine che scompare per quelli sotto i 12 mesi e si semplifica per i rinnovi fino a 24 mesi. Si potrà poi arrivare fino a 36 mesi, una volta certificate ai servizi ispettivi per il lavoro le motivazioni tecniche e produttive per la proroga.

Fonti vicine al ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, evidenziano che il decreto è ancora suscettibile di modifiche. Almeno a grandi linee, però, si può dire che sul lavoro sia in corso un netto cambio di approccio. Il governo di centrodestra, infatti, sta puntando molto sulle politiche attive, per alimentare un tasso di occupazione al 60,8% che è tra i più bassi in Europa. Ma anche animato da una filosofia diversa, riassumibile grosso modo così: è giusto aiutare chi si trova in difficoltà, ma la via maestra per tutti deve essere quella di trovare un posto di lavoro. Uno stipendio, infatti, è più sostenibile e più ricco di qualsiasi sussidio.

Da qui la scelta di pensionare il vecchio reddito di cittadinanza per provare a battere un'altra via.

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