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Merendine, che autogol. I pretesti del governo per inondarci di tasse

Conte ironico: «Per me pane e salame». Ma è sotto tiro. Il soccorso degli economisti amici

Merendine, che autogol. I pretesti del governo per inondarci di tasse

Via all'ennesimo summit mondiale sul clima: Angela Merkel si presenta con un piano di investimenti verdi da 100 miliardi, Giuseppe Conte con la tassa sulle merendine. È il problema di giornata del premier, inseguito anche a New York dalle polemiche sulle sue aperture a nuove e fantasiose gabelle e costretto a smussare, minimizzare, rintuzzare. «Non creiamo panico che non esiste», -dice dall'America Conte garantendo che lui «mangia pane e salame». «Alla domanda di un giornalista sulla tassa sulle merendine -ho spiego- ho detto solo non lo escludiamo. Ma noi non vogliamo creare nuove tasse». Ma è troppo poco e troppo tardi: in Italia la polemica divampa, i social si riempiono di ironia al vetriolo (geniale la merendina «Kinder paradiso fiscale» ideata dall'umorista de «Le frasi di Osho). Anche perché nel frattempo, dentro la maggioranza Matteo Renzi e Luigi Di Maio per primi hanno intuito la mala parata e frenano. «Per quanto mi riguarda -chiosa Di Maio al seguito del premier a New York- l'obiettivo, e siamo d'accordo con Conte, è abbassare le tasse, non aumentarle».

Gli agit prop del governo corrono al (disperato) soccorso, cercando di imbastire una narrazione che giustifichi la. Con risultati non strepitosi. Ilaria Bifarini, saggista bocconiana pasdaran dell'antiliberismo, da sempre allineata ai 5S, giustifica materna il ministro Fioramonti che «ha sbagliato, pagando il fatto di essersi formato all'estero e non in Italia. Il suo errore è prettamente comunicativo: parlare di tassa sulle merendine banalizza il tema» e spiega paziente: «Per chi non coglie il senso della tassa sulle merendine e sul cibo spazzatura in generale, consiglio di studiare un po' di economia comportamentale e teoria del nudge. Qui un suggerimento di lettura (a breve mie analisi sul tema)». A corredo la copertina di un libro del nobel Richard H. Thaler, teorico della «behavioral economy». In attesa delle analisi sul tema di Bifarini, corre l'obbligo di puntualizzare, per i non bocconiani, che Thaler parla di «rinforzi positivi» per spingere alle giuste scelte di comportamento economico dell'individuo. Rinforzi positivi tipo sgravi fiscali, non negativi come le tasse o le multe.

Più stizzito l'economista Luigi Marattin, già consigliere di Renzi e Gentiloni a Palazzo Chigi, che si trincera dietro un concetto un po' astruso ma di recente molto à la page: Le tasse ambientali servono «per correggere le esternalità negative (inquinamento), non per fare cassa». Marattin giura che comunque le tasse andranno giù. Molti, sui social, ci cascano, protestando per l'ottusità di chi si lamenta di tasse da pochi centesimi E c'è perfino chi bacchetta Carlo Cottarelli che ironizza: «Volevo fare un tweet ironico. Ma non c'è bisogno. Basta dirlo per far ridere: tassa sulle merendine...».

Ma davvero le «esternalità negative», tipo mangiarecibi grassi o prendere aerei, si possono «correggere» con tasse di pochi centesimi? È evidente che importi simili a quelli proposti non scoraggiano nessuno dal consumo. Ma, guarda caso, rimpinguano la cassa.

Le tasse verniciate di verde e salutismo sono l'ideale per il pubblico della sinistra. Rispunta anche Edy Angelillo, star tv anni 80, che rincara la dose: «Tassate anche alcol e sigarette». Come se ora fossero duty free. La propaganda di governo mette sul tavolo un argomento decisivo per chi ancora abbocca: «Il gettito servirà a finanziare istruzione e ricerca», promette il ministro Lorenzo Fioramonti. Ecco la traduzione. Istruzione? La tassa sulle merendine servirà a distribuire soldi a pioggia agli insegnanti, il criterio meritocratico è esplicitamente escluso, per «istruirli» su chi votare alle prossime elezioni.

Ricerca? La tassa di un euro sui voli aerei servirà a «ricercare» di salvare Alitalia.

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