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Dalla Merkel con amore "Draghi garante dell'euro"

La cancelliera incorona il premier: "Fondi Ue in buone mani". La passione per l'Italia: "Tornerò in altre vesti"

Dalla Merkel con amore "Draghi garante dell'euro"

Roma. Una staffetta, pare. «Mario è stato il garante dell'euro, ora avrà un peso sempre più rilevante». Un cambio della guardia. «Dopo il Next Generation, i nostri Paesi devono lavorare insieme sugli investimenti futuri». Quasi un' incoronazione. «Bisogna trovare nuove vie per uscire dalla crisi, e Draghi ha voce in capitolo». Ma non è, non è ancora, un passaggio di testimone. «L'Italia non sostituirà la Germania - dice Angela Merkel con orgoglio tutto tedesco - , non saremo rimpiazzati, dal nostro peso economico dipendono molte cose». Però chissà, magari accadrà presto. «Roma ha presentato un ottimo piano di ripresa e siamo più che sicuri che le risorse stanziate verrano utilizzate bene». Ecco il punto, come spenderemo i soldi: è questo il banco di prova. «L'Italia non può guidare da sola i dossier europei, al contrario di quanto leggo e sento dire - spiega Draghi - Quello che è importante è che la nostra posizione si rafforzi. Quando il Pnrr si tramuterà in successo, e io ne sono certo, allora saremo credibili e potremo pensare che questo tipo di sforzi non siano una tantum». Allora saremo noi, con Parigi, a dare le carte, a provare a cancellare vincoli e austerità dal vocabolario Ue.

Intanto dopo sedici anni la Cancelliera sta per uscire di scena. Contrariamente al previsto, a Berlino le trattative tra Sdp, liberali e verdi sono a buon punto. «Forse sarà il nostro ultimo incontro bilaterale, mi fa molto piacere essere qui», racconta Angela in visita di commiato. Un faccia a faccia cordiale, una colazione informale all'hotel Eden con vista panoramica, tante belle parole. Con il premier italiano il rapporto è ottimo e consolidato nel tempo. «Durante gli anni alla Bce - ricorda Draghi - ha sostenuto con grande convinzione l'autonomia della banca centrale anche quando venivamo attaccati per le politiche espansive». La Merkel, che pure non è un tipo tenero, ha tenuto a bada i falchi tedeschi, all'epoca del whatever it takes. «Le sono personalmente grato per gli scambi in quel periodo difficile».

Ora Supermario è a Palazzo Chigi e frau Angela sta per lasciare la cancelleria. «Ha trasformato il ruolo della Germania, è stata determinante nel disegnare il futuro dell'Europa. Ci mancherà, anche avremo modo di vederla spesso in Italia». Lei conferma: «Il mio amore per il vostro Paese continuerà. Farò un soggiorno a Roma e tornerò in altri vesti». Suo marito ha accettato un incarico all'università di Torno. Poi, le vacanze a Ischia e i viaggi nelle città d'arte.

Nel frattempo è ancora la Cancelliera, la leader della locomotiva della Ue, e con Draghi affronta gli argomenti più caldi, dall'Afghanistan alla Libia, dalla Cina al G20. «Ci siamo trovati d'accordo - riassume il presidente del Consiglio - sulla necessità di aiuti alla popolazione afghana ma al tempo stesso di ribadire l'importanza della difesa dei diritti umani. Il G20 della prossima settimana sarà l'occasione per discutere questi temi, insieme alla sicurezza e alla lotta al terrorismo».

Dall'ambiente alle tecnologie. «L'Unione non è più al vertice, dobbiamo recuperare», dice la Merkel. E l'economia, con la difesa della tradizionale prudenza tedesca. «La comunione dei trasferimenti finanziari non sarebbe un bene, ci saranno altri fondi in futuro però occorre razionalità. Gli Stati membri hanno bisogno di solidarietà ma devono mantenere la responsabilità». Draghi invece la racconta così: «La nostra responsabilità è spendere bene in modo di contribuire alla crescita sostenibile di tutta l'Europa».

Il Recovery non serve solo all'Italia.

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