Il muro di Berlino

Merkel e i 30 anni del muro: "Basta odio e antisemitismo"

La Cancelliera ricorda le vittime della Ddr e chiede di difendere la democrazia. Ospiti i leader di Visegrad

Merkel e i 30 anni del muro: "Basta odio e antisemitismo"

Berlino Fiori sul cemento. Rose gialle e rose rosa per ricordare quelli che nel tentativo di lasciarsi alle spalle un sistema autoritario e inumano hanno perso la vita. Così la cancelleria Angela Merkel e le autorità della Repubblica federale hanno commemorato il trentennale del crollo del Muro di Berlino. Era il 9 novembre del 1989 e la Ddr era scossa da settimane da manifestazioni di strada che il regime socialista sperava i media occidentali non avrebbero notato. Le cose andarono diversamente: il muro che aveva spaccato Berlino in due dall'estate del 1961 e rappresentato la divisione dell'Europa venne giù all'improvviso. La sua fine simboleggiò anche la fine del regime socialista, nella Ddr e nel resto del continente. Ecco perché a celebrare con Merkel, con il presidente federale Frank-Walter Steinmeier e quello del Bundestag Wolfgang Schäuble al Memoriale del Muro nella Bernauer Strasse a Berlino c'erano anche i capi di stato di Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. I leader di quel gruppo di Visegrad che spesso abbaia contro l'Europa a 28 erano ieri in prima fila a celebrare la riunificazione del Vecchio continente.

Steinmeier ha tributato molti onori agli ospiti stranieri: senza di loro, ha detto il presidente, «noi tedeschi non avremmo niente da celebrare: la lotta per la libertà e l'autodeterminazione dei paesi del Centro Europa è uno dei prerequisiti storici del 9 novembre di 30 anni fa». Anche Merkel, tradita ore prima dall'amico francese Emmanuel Macron con la sua uscita sulla «morte cerebrale della Nato», ha lodato i paesi della Mitteleuropa: «La rivoluzione pacifica nella Ddr ha avuto dei modelli di comportamento coraggiosi». La cancelliera, nata ad Amburgo ma cresciuta dalla prima infanzia nel regime del socialismo reale, si è inchinata davanti alle vittime di quel regime. «Io ricordo quelli uccisi davanti al Muro mentre cercavano la libertà» e le 75mila persone imprigionate per lo stesso motivo, «i cittadini oppressi, censurati, ascoltati, pedinati». La città di Berlino ha investito 10 milioni di euro per celebrare la ritrovata libertà con circa 200 manifestazioni culturali in sette luoghi della città. Ma il 9 novembre non è solo una festa: è anche l'anniversario della Notte dei Cristalli, prova generale dello sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti. Quei pogrom, ha aggiunto Merkel, «furono crimini contro l'umanità a cui seguì la Shoah». Ecco perché il 9 novembre è una «data fatidica per la Germania, che riflette i momenti terribili e quelli felici della nostra storia, ammonendoci a opporci risolutamente all'odio, al razzismo e all'antisemitismo». La leader tedesca ha ribadito l'appello a difendere libertà, democrazia e legalità.

Mentre la Germania è scossa da una nuova ondata di atti antisemiti, il governo ha lanciato una campagna per l'educazione civica: le stazioni di treni e metro sono tappezzate di cartelloni a favore dello stato di diritto e del rispetto per gli altri, con immagini di disabili aiutati da chi sta loro intorno, con persone che celebrano un matrimonio gay, con bimbi ebrei e musulmani che corrono felici in bicicletta.

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