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Mes, Forza Italia all'attacco: "La riforma è contro il Paese"

Il vicepresidente Tajani: «Così il fondo salva Stati non può essere votato. Sulle risorse decidere all'unanimità»

Mes, Forza Italia all'attacco: "La riforma è contro il Paese"

«Il Mes così com'è non può essere votato». Antonio Tajani presidente della commissione Affari costituzionali di Strasburgo da europeista doc mette in chiaro la posizione di Forza Italia sul Meccanismo europeo di Stabilità. «L'Italia ha una quota del Fondo del 17,7%, pari al peso economico del nostro Paese nell'eurozona, che corrisponde a un capitale versato di 14,3 miliardi di euro su un totale di 80,5. Il Fondo può emettere bond per raccogliere sul mercato risorse, garantite pro-quota dagli Stati, fino a 705 miliardi. L'Italia, dunque, garantirebbe risorse fino a 125 miliardi».

Fin qui la spiegazione, poi la critica. «Ecco quello che non convince», continua Tajani. «È previsto che le decisioni del Fondo avvengano a maggioranza e non all'unanimità. Questo avvantaggia i Paesi più forti, Germania innanzitutto. Senza unanimità, i soldi di uno Stato possono essere usati anche qualora lo stesso Stato abbia votato contro. Insomma, i soldi degli italiani potrebbero essere usati anche contro la volontà dell'Italia per risolvere i problemi di altri Stati. La natura intergovernativa esclude la presenza delle Istituzioni Ue (con la sola Commissione europea chiamata a dare parere tecnico). Mancano strumenti di controllo efficaci, democratici e trasparenti, mentre ci sono troppi poteri inappellabili concentrati nella figura del Direttore Generale». Insomma, il Mes così com'è non può essere accettato e bisogna modificarlo profondamente. «Ecco cosa serve: Mes controllato dal Parlamento europeo e ampio pacchetto di riforme», sottolinea Tajani. «Il Parlamento europeo, unica istituzione direttamente eletta dai cittadini europei, si è sempre battuto per trasformare il Mes in un Fondo monetario europeo, da integrare nei Trattati e nelle istituzioni Ue. Questo proprio per dare al Parlamento stesso un forte potere di controllo. Obiettivo: tutelare, in un momento di crisi, l'interesse generale e non far prevalere quello di uno Stato su un altro. Non a casa il 14 marzo 2019 l'Aula di Strasburgo ha votato con il sostegno di Forza Italia una risoluzione che ha ribadito questi principi irrinunciabili».

Anche il capo politico pentastellato si è fatto forte del pressing dell'opposizione e ha esternato ancora una volta il proprio malcontento mettendo in guardia il titolare dell'Economia. «Mi fido di tutti i componenti di questo governo e il ministro Gualtieri è sempre stato molto bravo a intercettare le sensibilità di tutte le forze politiche di questo governo ma non ha un mandato di firma, perché non è nella legge, non glielo consente», ha dichiarato proprio alla vigilia dell'Eurogruppo decisivo di oggi.

Mariastella Gelmini plaude alla posizione di Tajani, critica senza pregiudizi antieuropei. «Perfetta l'analisi di Antonio Tajani. Non si può in alcun modo correre il rischio che le risorse versate dal nostro Paese vengano utilizzate senza il voto favorevole dell'Italia. Per noi questo trattato è al momento invotabile e il governo deve pretendere dall'Ue la riapertura del negoziato». Renato Brunetta fa notare come esista il rischio che gli investitori possano farci scontare una possibile crisi di governo.

«Per questo è quanto mai necessario che tutte le forze politiche mantengano un tono di responsabilità, cercando di arrivare a una risoluzione il più possibile unitaria, espressione di un Parlamento sovrano, che faccia intendere come l'Italia intenda essere protagonista del processo riformatore europeo».

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