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Mesi di indagini per la classifica degli ingressi ad Arcore

Ormai per i pm di Milano è un'ossessione, una guerra personale e pruriginosa che non ha più nulla a che fare con la giustizia

Mesi di indagini per la classifica degli ingressi ad Arcore

Migliaia di ladri e sbandati che borseggiano e saccheggiano case, migliaia di prostitute che battono a cielo aperto schiave delle mafie. Ma la procura di Milano, invece di fare guerra al crimine, si impegna, a spese nostre, con un dispiego di uomini e mezzi straordinario, a braccare venti ragazze, tutte maggiorenni, che hanno frequentato o frequentano ad Arcore Silvio Berlusconi. Ormai è un'ossessione, una guerra personale e pruriginosa che non ha più nulla a che fare con la giustizia. L'ultima barbarie dei pm milanesi, per vendicarsi dell'assoluzione del Cavaliere, è quella di spiare, seguire, intercettare, disseminare di microspie le loro case, manco fossero le cape della mafia o dell'Isis, le ragazze coinvolte nel caso Ruby. Fino a stilare - è notizia di ieri - una classifica di «ingressi» ad Arcore. In testa - ci informa la zelante procura - c'è Imma De Vivo (57 visite in 16 mesi), seguita da Barbara Guerra (47 in 12). Terza Aris Espinosa (43 in 12) e poi giù, fino a Ioana Visan (2 in 12).

Berlusconi non ha mai negato di frequentare ed essere diventato amico di queste signore. Non ha mai negato di averle aiutate perché rovinate economicamente e professionalmente proprio dal clamore mediatico e dal fango sparso dall'inutile («Il fatto non sussiste», ha sentenziato la Cassazione) inchiesta Ruby. E allora, perché continuare con questa persecuzione? Perché il capo della procura, del Csm, perché il ministro della Giustizia non urla un «adesso basta» che suonerebbe liberatorio per tutto il Paese, berlusconiani e non? Chi se ne frega chi vedeva o vede Berlusconi, un po' di pietà per ragazze che inseguivano un sogno - giusto o sbagliato che fosse - e che a modo loro, certamente discutibile, hanno cercato di rimanere in piedi nel mezzo di un terremoto.

Sono fatti privati, se la vedano tra di loro.

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