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Il Messico cede a Trump. I dazi fermano i migranti

La minaccia del presidente di applicare tasse sull'export funziona: "Ma ora basta clandestini"

Il Messico cede a Trump. I dazi fermano i migranti

New York - Dazi più efficaci del muro. Donald Trump mette a segno un'importante vittoria nella lotta contro l'immigrazione clandestina utilizzando scientificamente l'arma delle barriere commerciali laddove non è stato possibile per ora alzare quelle fisiche, ovvero l'agognato muro al confine meridionale. La minaccia di applicare dazi al 5% su tutti i 350 miliardi di dollari di export messicano a partire da lunedì (e alzarle poi sino al 25% in ottobre) ha sortito l'effetto auspicato: dopo giorni di sofferti negoziati tra le delegazioni dei due governi a Washington, quello del paese confinante ha ceduto, accettando le condizioni richieste dal presidente americano per evitare la scure tariffaria. «Sono lieto di informare che gli Stati Uniti hanno firmato una accordo col Messico. I dazi che dovevano entrare in vigore lunedì sono sospesi a tempo indeterminato», ha scritto il tycoon su Twitter. «Il Messico, in cambio, ha concordato di adottare misure forti per arginare il flusso della migrazione attraverso il paese e verso il nostro confine meridionale - ha aggiunto - Questo sarà fatto per ridurre grandemente, o eliminare, l'immigrazione illegale proveniente dal Messico e verso gli Stati Uniti». Trump ha «ringraziato il presidente del Messico, Andres Manuel Lopez Obrador e il suo ministro degli Esteri, Marcelo Ebrard, per aver lavorato così a lungo e duramente per ottenere questa intesa». «Sono tutti molto entusiasti», ha esultato ancora il presidente, facendo sapere che il paese vicino ha «accettato di iniziare immediatamente a comprare grandi quantità di prodotti dai nostri agricoltori patrioti». López Obrador, da parte sua, ha salutato la decisione del Commander in Chief, attribuendo il risultato «all'appoggio di tutti i messicani». Mentre Ebrard ha commentato: «Penso che sia un giusto equilibrio». Nella dichiarazione congiunta si afferma che il Messico ha promesso «passi senza precedenti» per fermare l'immigrazione clandestina verso gli Usa. Innanzitutto da lunedì il paese si impegna a schierare la guardia nazionale, in particolare al suo confine meridionale con il Guatemala, per fronteggiate il flusso di migranti verso gli Stati Uniti. E poi a rafforzare l'applicazione delle leggi sull'immigrazione e ad accogliere sul proprio territorio un maggior numero dei richiedenti asilo negli Usa finchè non verrà completato l'iter della loro richiesta. É prevista anche l'offerta da parte delle autorità messicane di provvedere a istruzione, assistenza sanitaria e opportunità di lavoro per i migranti. Sembra invece che il Messico abbia rifiutato la richiesta di Washington di diventare un «paese terzo sicuro», che l'avrebbe costretto ad accettare domande di asilo da migliaia dei migranti centroamericani. Entrambi i governi hanno poi convenuto di «intraprendere ulteriori azioni» se le misure adottate non si tradurranno nella diminuzione dei migranti in cerca di asilo.

Trump ha così evitato anche lo strappo in casa repubblicana, dopo la levata di scudi interna dinanzi al rischio che le barriere commerciali col Messico mettessero a rischio il posto di lavoro di 400 mila americani.

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