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Migranti, allarme Ue: peggio del 2015. M5s e Lega litigano sui numeri

Di Maio striglia Salvini sulle redistribuzioni: «Basta propaganda»

Migranti, allarme Ue: peggio del 2015. M5s e Lega litigano sui numeri

Sul tema immigrazione è scontro tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Al centro della polemica il piano migranti del governo giallorosso che l'altro ieri, con una circolare del ministero dell'Interno, ha dato l'ok alla redistribuzione in tre regioni di 90 persone.

Ormai l'affondo tra i due politici è quotidiano. «La grande differenza tra il governo con la Lega e il governo senza la Lega - ha attaccato il leader del partito del Carroccio - è semplice: con la Lega gli sbarchi diminuivano e i grandi centri per immigrati come Mineo, Cona e Bagnoli venivano chiusi. Col governo del tradimento, invece, gli sbarchi si sono subito moltiplicati, le strutture di accoglienza sono tornate nel caos e il governo manda clandestini in giro per l'Italia. Non vediamo l'ora di tornare al voto per mandare a casa questi incapaci, a partire dall'Umbria che la sinistra continua a disprezzare». E ha poi proseguito: «Prima ha umiliato i cittadini con una giunta decimata dagli arresti, ora regala immigrati clandestini in arrivo a Terni».

La reazione di Di Maio, proprio da Terni, non ha tardato ad arrivare: «Sui ricollocamenti dei migranti - ha detto - seguiamo il metodo di Matteo Salvini da ministro dell'Interno. Nei 14 mesi di governo ha redistribuito i migranti che arrivavano in tutti i centri che c'erano sul territorio nazionale. In questi casi è bene che si taccia piuttosto che fare propaganda». Ha quindi puntato il dito sul fatto che «durante i 14 mesi del precedente governo in cui il ministro dell'Interno non era del Movimento 5 stelle, arrivavano continuamente barchini e imbarcazioni che sbarcavano migranti, le Ong erano il 10%, il 90% erano piccole imbarcazioni. È sempre accaduto in quei 14 mesi, chi sbarcava veniva redistribuito nelle diverse regioni d'Italia. Adesso - ha concluso - chi arriva viene redistribuito in Europa, ma non mi accontento: chi arriva non può stare qui, deve essere riportato a casa». Di Maio ha quindi attaccato frontalmente l'ex alleato: «Secondo me è bene che in questi casi si taccia piuttosto che fare propaganda. Accorciamo i tempi per decidere chi può stare qui da uno o due anni a 4 mesi».

Il botta e risposta non si è fermato, tanto che le scintille tra i due ex vicepremier si sono fatte sentire. «Con la Lega al governo - ha fatto sapere Salvini - gli sbarchi erano diminuiti del 70%, con il governo del tradimento e delle poltrone gli arrivi sono triplicati. Questi sono i fatti». Intanto ieri il ministro tedesco dell'Interno Horst Seehofer ha lanciato un nuovo allarme migranti, visto il picco di sbarchi in Grecia che fa temere un'ondata migratoria maggiore di quella del 2015. «Dobbiamo aiutare di più i nostri partner europei a controllare le frontiere dell'Ue - ha chiarito - Li abbiamo lasciati da soli troppo a lungo e se non lo faremo, assisteremo ad una nuova ondata di rifugiati come nel 2015, forse anche maggiore di quattro anni fa». Ha quindi concluso: «Lavoreremo con la nuova presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen in modo da fare il possibile perché tutto ciò non si ripeta».

Secondo fonti libiche dalle coste dei Paesi del Nord Africa starebbero per partire centinaia di migliaia di immigrati, pronti a prendere il largo su barconi per raggiungere le coste italiane e greche.

Ecco perché è sempre più urgente un piano europeo per fermare quelle partenze che, fino a qualche mese fa, parevano essere sotto controllo.

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