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Migranti, la Corte Ue tutela gli irregolari: "I clandestini non vanno reclusi"

La Corte di giustizia europea bacchetta gli Stati membri: "I migranti irregolari vanno rimpatriati, non reclusi"

Migranti, la Corte Ue tutela gli irregolari: "I clandestini non vanno reclusi"

A meno che non commettano reati, i migranti irregolari vanno rimpatriati, non incarcerati. A deciderlo è stata la Corte di giustizia europea che si è pronunciata su un caso sollevato da una cittadina ghanese con passaporto belga fermata in Francia nel 2013 mentre tentava di raggiungere il Regno Unito attraversando il tunnel della Manica. "Gli Stati membri non possono consentire la reclusione dei cittadini di paesi non Ue, nei confronti dei quali la procedura di rimpatrio non sia stata ancora conclusa - ha sentenziato l'organismo di Lussemburgo - tale reclusione è idonea a ostacolare l'applicazione della procedura stessa e a ritardare il rimpatrio, pregiudicando quindi l'effetto utile della direttiva".

La direttiva europea sui rimpatri impedisce che, prima di essere sottoposto alla procedura di rimpatrio, un immigrato possa essere recluso per il solo motivo del suo ingresso irregolare nel territorio di uno Stato membro attraverso una frontiera dell'area Schengen. Tale principio, stabilito oggi la Corte di Giustizia europea, vale quando il migrante, che si trova in una situazione di mero transito nel territorio dello Stato membro, viene fermato in uscita dall'area Schengen e viene, quindi, sottoposto a una procedura di riammissione nello Stato membro da cui proviene. In assenza di una partenza volontaria, la direttiva obbliga gli Stati membri a "procedere all'allontanamento forzato mediante misure il meno possibile coercitive". "Solo quando l'allontanamento rischia di essere compromesso - ha deciso la Corte europea - lo Stato membro può ricorrere al trattenimento dell'interessato, per una durata che non può in nessun caso superare i 18 mesi".

Nella sentenza di oggi l'organismo di Lussemburgo ha ricordato che la direttiva rimpatri del 2008 "osta a qualsiasi normativa di uno Stato membro che reprime il soggiorno irregolare mediante la reclusione di un cittadino di un paese non Ue nei confronti del quale non sia stata ancora conclusa la procedura di rimpatrio prevista da tale direttiva".

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