Cronache

Migranti e asili, Italia da record: sì a 48mila richieste in un anno

In Europa il nostro Paese è secondo solo alla Germania. Solo 7mila i "veri" rifugiati. Respinte due domande su tre

Migranti e asili, Italia da record: sì a 48mila richieste in un anno

Se gli sbarchi sono diminuiti del 90 per cento e gli irregolari in Italia sono «solo» 90mila e non i 500mila di cui si è sempre parlato, come rivendica il ministro dell'Interno Matteo Salvini, nell'anno passato il nostro Paese un primato l'ha avuto. Ha concesso il maggior numero di protezioni internazionali in Europa. Secondo, solo dopo la Germania. Nel 2018 i 28 Stati membri, nel loro insieme, hanno garantito asilo e altre forme di protezione internazionale a 333.355 profughi. Oltre il 40% delle decisioni positive sono state date in Germania, pari a 139.600. L'anno scorso in Italia sono state concesse forme di protezione - asilo, protezione sussidiaria o umanitaria - in tutto a 47.885 migranti, più dei 41.400 in Francia. Un numero comunque in calo rispetto al 2017 quando i richiedenti asilo che in Ue avevano ottenuto il parere positivo erano stati 538mila.

La differenza sta nelle nazionalità a cui abbiamo concesso protezione. Mentre in Europa la media delle persone a cui è stato dato l'asilo sono soprattutto quelle provenienti dalla Siria (96.100 persone, cioè il 29% del totale), dall'Afghanistan (53.500 con il 16%) e dall'Iraq (24.600, con il 7%), in Italia hanno ottenuto il permesso migranti provenienti da Nigeria, con 8.615 permessi rilasciati, Pakistan, con 5.440, e Bangladesh con 4.760. Il nostro Paese ha concesso lo «status di rifugiato» a 7.315 migranti, la «protezione sussidiaria» a 8.570 persone e una protezione per «ragioni umanitarie» a 31.995 persone. Una forma, il permesso umanitario, che è stata abolita dallo stesso ministro Matteo Salvini. Il tasso di riconoscimento in Italia è stato pari al 32% in prima istanza (30.670 decisioni positive su 95.210 domande analizzate) e del 40% in appello (17.215 decisioni positive su 42.970 domande), anche questo abolito dal decreto Salvini.

Il nostro Paese ha superato la Francia rispetto al 2017 quando a guidare la classifica c'era sempre la Germania che aveva approvato il numero più alto di richieste di asilo, pari al 60% del numero complessivo, ma era seguita da Parigi, che ne aveva approvate 40.600, e solo in terza posizione dall'Italia, con 35.100. Un trend, dunque, in aumento. E anche ieri il vicepremier Salvini ha voluto ribadire come «in Italia e in Sicilia non si arriva più, si arriva se si ha diritto. Questo mi è costato minacce e probabilmente qualche processo, ma vado avanti». Gli ha risposto a stretto giro l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ricordandogli che «i rimpatri sono stati promessi e vanno fatti il prima possibile».

Se però gli arrivi sono diminuiti, non si può dire altrettanto delle richieste di asilo. Secondo un report di In migrazione di marzo, a fronte di appena 115 persone sbarcate nel gennaio 2019, ci sono state 3.409 richieste di asilo. «Tra dicembre 2018 e gennaio 2019 - si scrive il dossier - si assiste a un dimezzamento degli sbarchi e, parallelamente, a una crescita delle domande di protezione internazionale. Nell'arco degli ultimi 12 mesi le domande di asilo non sono diminuite proporzionalmente al crollo degli sbarchi. Nei primi 8 mesi del governo Conte l'Italia ha complessivamente visto oltre 29.000 richieste di asilo, a fronte di 10.

000 sbarchi».

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