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Migranti, è nato il dl Salvini

Il testo abolisce il permesso umanitario. Poi la stretta su ius sanguinis, asilo e costi dell'accoglienza. Più soldi ai rimpatri

Migranti, è nato il dl Salvini

Era atteso da giorni. Decine di post su Facebook lo avevano annunciato. Bene, il decreto Salvini sulla sicurezza dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni al Consiglio dei ministri ma intanto gran parte del suo contenuto è già trapelato.

Stretta sul permesso umanitario

Partiamo dall'inizio. Il provvedimento, come si legge nella relazione illustrativa rivelata dall'Adnkronos, abroga di fatto "l'istituto del rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari", quella forma di protezione che è stata largamente abusata in questi anni per dare un documento ai richiedenti asilo (si tratta del 23% dei casi). Per eliminare questa stortura, che solo l'Italia può vantare in Europa, il dl introduce "una tipizzazione delle tipologie di tutela complementare". Lo schema del decreto (composto da 15 articoli) infatti "elimina la possibilità per le Commissioni territoriali e per il Questore di valutare, rispettivamente, la sussistenza dei 'gravi motivi di carattere umanitario' e dei 'seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano’".

Rimpatri

Un punto importante del dl riguarda anche i rimpatri. Per “coloro che non hanno titolo a soggiornare nel territorio nazionale” il decreto Salvini prevede "nuove disposizioni in materia di trattenimento" e mette in campo nuove risorse: 500mila euro per l'anno 2018 e 1,5 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020, fatti confluire al Fondo rimpatri istituito presso il Viminale.

Protezione internazionale

Giro di vite anche contro i migranti che si macchiano di reati in Italia. Il provvedimento vuole “ampliare il catalogo di reati che, in caso di condanna definitiva, comportano il diniego o la revoca della protezione internazionale”. Nello specifico, il decreto tiene conto delle "ipotesi delittuose di particolare gravità che destano allarme sociale" come "le fattispecie base dei reati di violenza sessuale e dei reati di produzione, traffico e detenzione ad uso non personale di stupefacenti, nonché di rapina ed estorsione".

Tradotto: i migranti titolari di un permesso di soggiorno che commetteranno stupri, rapine, violenza e resistenza a pubblico ufficiale e altri reati si vedranno stracciare il documento. Fanno parte di questo elenco anche reati come lesioni personali gravi e gravissime, reato di mutilazione degli organi genitali femminili nonché i reati di furto e furto in abitazione aggravati dal porto di armi o narcotici.

Le richieste di asilo

Novità anche per quanto riguarda le richieste di asilo. La Lega considera troppo lunghi i tempi che le Commissioni territoriali impiegano per decidere se accogliere o meno l’istanza di un migrante. E così il richiedente finisce con lo stare per lunghi mesi nel sistema dell’accoglienza, diventando un costo per lo Stato. Per questo il dl Salvini prevede "la possibilità di istituire, presso alcune prefetture, articolazioni territoriali dell"Unità Dublino" già operante a Roma. Inoltre, verranno introdotte anche delle misure per contrastare il fenomeno delle "domande reiterate al solo scopo di impedire l'esecuzione imminente di un provvedimento di allontanamento o comunque reiterate più volte, pur dopo una decisione definitiva di inammissibilità o di rigetto nel merito".

Riduzione dei costi dell’accoglienza

Uno dei temi più importanti riguarda sicuramente la “razionalizzare le risorse impiegate per l'integrazione": come già annunciato, infatti, il dl riserva "esclusivamente ai titolari di protezione internazionale" (e ai minori) i “progetti di integrazione ed inclusione sociale attivati nell'ambito del Sistema di protezione".

E per non farsi mancare nulla, Salvini introduce anche norme più severe in tema di concessione della cittadinanza vista "l'accresciuta minaccia terroristica internazionale e dei preoccupanti fenomeni di contraffazione dei documenti dei Paesi d'origine prodotti dai richiedenti". Inoltre, non solo il ministro prende in considerazione lo ius soli, ma anzi introduce una limitazione al riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis. “Attualmente - si legge nella relazione – questo opera senza limiti di generazione” e così “negli ultimi anni ha determinato un incremento esponenziale di domande". Il dl dunque limita "la trasmissione della cittadinanza ai discendenti in linea retta di secondo grado che possono documentare lo status civitatis italiano del loro ascendente".

Revoca della cittadinanza

Ultima e fondamentale questione riguarda "l'istituto della revoca della cittadinanza italiana concessa ai cittadini stranieri”: questa verrà tolta agli stranieri “che rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale, avendo riportato condanne per gravi reati commessi con finalità di terrorismo o eversione". In questo modo gli stranieri potranno essere espulsi, fatto altrimenti impossibile se in possesso di cittadinanza italiana. Anche se il soggetto fosse un terrorista dell’Isis.

Cala la scure di Salvini pure sul fronte di quello che il ministro ha spesso chiamato “business degli avvocati d’ufficio” che si occupano di immigrazione.

"Si allinea – si legge nella relazione - la disciplina prevista per il processo civile a quella già in vigore per il processo penale escludendo che il difensore della parte ammessa al gratuito patrocinio abbia diritto all'anticipazione di spese ed onorari a carico dell'erario quando l'impugnazione è dichiarata improcedibile o inammissibile".

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