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Migranti, la pacchia continua. Dalla Diciotti alle solite coop

I cento ospitati dalla Chiesa? In un centro gestito da big cattolici dell'accoglienza da anni pagati dal Viminale

Migranti, la pacchia continua. Dalla Diciotti alle solite coop

«Mondo Migliore», ovvero un confortevole residence vista lago per i migranti della nave «Ubaldo Diciotti» a dispetto della linea del Viminale. Ma a sorprendere è soprattutto il fatto che, nonostante il proclama del ministro Salvini che per chi guadagna dall'accoglienza «la pacchia è finita», a gestire il finale del caso Diciotti sarà proprio uno dei big dell'accoglienza cattolica che da anni gestiscono in tutta Italia centri finanziati con soldi pubblici. Un pasticcio.

La destinazione dei migranti era stata annunciata ieri mattina da Papa Francesco durante una conferenza stampa sul volo di ritorno da Dublino. «Quello che ha fatto il lavoro col ministro dell'Interno è stato padre Aldo Buonaiuto e la Conferenza Episcopale - spiega il Papa -. Il cardinale Bassetti era qui ma per telefono guidava l'operazione e padre Maffeis negoziava con il ministro». Oltre cento i clandestini recuperati in mare al largo di Lampedusa che già nelle prossime ore saranno trasferiti presso la struttura al decimo chilometro di via del Laghi appartenente ai frati Oblati. Un Cas, Centro di Accoglienza Straordinaria, gestito da due anni dalla Prefettura di Roma in cui vivono 270 migranti di ogni provenienza. Lo stesso centro è stato teatro di ben due rivolte, un anno fa, da parte degli ospiti che lamentavano servizi ben al di sotto degli standard umanitari. Tre giorni senza acqua per lavarsi e cibo scarso e scadente, in particolare, la scintilla della ribellione finita, addirittura, con l'esplosione di una bomba carta.

A gestire il centro una coop ecclesiastica, la San Filippo Neri la quale a sua volta appalta i servizi di controllo, pulizia e mensa a un'altra coop, la Auxilium, principale rivale della coop rossa di Buzzi e compagni, quelli del «Mondo di Mezzo» e Mafia Capitale, nella gestione del Cas di Castelnuovo di Porto. «Finora i soldi per gli ospiti, 30 euro al giorno ognuno, li spende la Prefettura - spiega Andrea Volpi di Fratelli d'Italia -. Anche per questi altri cento sarà così? Vorremmo sapere se i tremila euro giornalieri saranno ancora una volta a carico degli italiani o li sborserà la Chiesa».

Tentare di entrare all'interno di Mondo Migliore è praticamente impossibile senza un «lasciapassare» del Viminale. All'apertura del cancello tre lavoratori della Auxilium ci sbarrano la strada. Ci viene incontro il direttore del posto, Domenico Alagia: «Quando avremo il via libera della Prefettura - spiega con fermezza - vi daremo tutte le notizie del caso. Per il momento non abbiamo conferme ufficiali». Usciamo. Al cancello si presenta una giovane, Happy, nigeriana. Sembra più grande dei suoi 19 anni, sta rientrando a casa dopo una passeggiata in paese. «Sono qui da due mesi - racconta in un inglese scolastico -. Mi trovo molto bene, siamo trattati benissimo. Problemi con gli abitanti del paese? Nessuno. Corsi di italiano, per il momento però, non li seguo». Si avvicina curioso un cittadino iraniano. «Nel mio Paese sono un politico - spiega - faccio parte del partito curdo, sono scappato da lì per fare una vita migliore». I suoi amici sorridono alle telecamere delle televisioni. «Io venire da Pakistan - interviene un altro - qui noi stare molto bene. Bella Italia». Escono altri ragazzi, cappello da rapper e musica sparata a tutto volume dalle cuffiette. Non parlano, non hanno voglia. Tutti gli stessi occhi tristi. Il sindaco del paesino che domina il lago di Albano, Emanuele Crestini, eletto con una lista civica, improvvisa una conferenza stampa nella sede comunale. «Non siamo stati avvertiti di questo trasferimento - sottolinea -, del resto il Cas Mondo Migliore è gestito dalla Prefettura. Ma siamo pronti anche a questa emergenza. Vi possiamo dire che finora abbiamo fatto tutto il possibile per far si che gli immigrati si integrassero con il resto della cittadina. Come? Li abbiamo inseriti in progetti socialmente utili. Abbiamo fatto loro riverniciare strutture pubbliche, curare giardini. Le rivolte? Purtroppo il centro all'inizio non era pronto e ci sono stati dei disservizi.

Poi è andato tutto bene».

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