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Migranti, Sala vuole le porte aperte per tutti: "I porti non vanno chiusi"

Il sindaco di Milano si schiera contro il blocco navale per fermare le ong straniere. E al governo dice: "Serve un piano per gestire l'immigrazione"

Migranti, Sala vuole le porte aperte per tutti: "I porti non vanno chiusi"

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala scende in campo contro il governo. Non gli piace l'idea di chiudere i porti italiani alle navi straniere che scaricano i migranti sulle nostre coste. A suo dire è "sbagliato".

Che Sala fosse favorevole agli sbarchi lo si era capito qualche settimana fa quando ha portato in piazza migliaia di immigrati per chiedere più diritti allo Stato. Oggi, però, si schiera contro il ministro dell'Interno Marco Minniti che, a fronte degli ultimi arrivi, ha ipotizzato di chiudere i porti italiani. "Non dobbiamo dirottare rispetto alle cose che abbiamo fatto fino adesso", ha risposto il sindaco di Milano a chi gli chiedeva un parere sul piano avanzato dal governo italiano in Europa. "È giustissimo fare la voce grossa a Bruxelles - ha proseguito parlando al suo arrivo per la presentazione del progetto 'nuovo Policlinico' - torno a dire quello che ho già detto, cioè che non esiste un piano nazionale per gestire l'immigrazione e l'integrazione. Ed è necessario".

"È chiaro che l'aria che si sente, e lo si è visto anche dal voto dei Comuni". Anche Sala ammette che gli italiani, ora come ora, mettono l'emergenza immigrazione al centro. "Buona parte della popolazione ha un atteggiamento critico però chi fa politica deve avere la sua responsabilità - commenta il sindaco di Milano - quindi, diciamo con chiarezza cosa vogliamo fare". E, a suo dire, chiudere i porti non è la risposta giusta.

La posizione del sindaco di Milano ha scatenato forti polemiche. Tanto che nel pomeriggio, a margine della conferenza Governare l'immigrazione a Palazzo delle Stelline, è tornato sull'argomento, correggendo leggermente il tiro. "Questa mattina - ribadisce - ho detto che con la chiusura dei porti non sono molto favorevole". Quindi si chiede: "Servono queste forzature? Probabilmente sì, serve in questo momento sollevare un po' i toni. Ma capiamoci - incalza - spiegate a noi amministratori locali cosa succede. Perché lo si fa, per quanto tempo, quando nascerà un piano, cosa succede per noi sindaci?". E torna a chiedere al governo "un piano che dica come affrontare la situazione".

"Non penso che i milanesi si lamentino perché chi arriva ha un colore della pelle diverso - conclude - si lamentano perché per anni non li vedono lavorare, e questo li irrita".

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