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Minacce e denunce: resa dei conti in casa Pd

Nuovo atto intimidatorio nei confronti della presidente del consiglio Pd: un bigliettino con una croce ed una sepoltura, accompagnato dalla frase: "Dimettiti, ti merita". Seguono mozioni di sfiducia e sgambetti istituzionali. Infine il duro sfogo della donna su facebook:"Liberi si nasce, sudditi si diventa!"

Minacce e denunce: resa dei conti in casa Pd

Cristina Simoni presidente del consiglio comunale di Figline Incisa, comune della provincia di Firenze a guida Pd, non ci sta a subire in silenzio l'ennesima angheria e affida ad un lungo post su facebook tutta la sua frustrazione e rabbia: "Volevano un presidente burattino e non lo sono mai stata", così inizia il suo sfogo.

Come è nata la crisi in casa Pd

Tutto ebbe inizio il 3 maggio scorso quando la Simoni si astenne durante la votazione sul rendiconto, esprimendo perplessità circa il mancato rispetto dell'articolo 52 dello statuto comunale, riguardante l'iscrizione delle associazioni all'albo comunale e regionale. Il problema era già stato sollevato dalla donna durante la riunione di prima commissione quando, senza troppi giri di parole, sollevò alcuni dubbi sulla regolarità dell'erogazione di contributi concessi dal Comune alle associazioni aretine.

Ne nacque una discussione violenta fra i membri del Pd, culminata con una serie di parole ingiuriose ed una spinta da parte dell'assessore Mattia Chiosi, nei confronti della donna.

La Simoni a questo punto si rivolge ad un legale.

Partono le querele e volano gli stracci

La Presidente si fa seguire dall'avvocato Guglielmo Mossuto, al quale da incarico di querelare l'assessore Chiosi.

L'aria nel frattempo si è scaldata sempre più e, il 12 luglio, i consiglieri del Pd fanno mancare il numero legale per la seduta, dichiarando alla stampa che tale ostacolo ai lavori doveva intendersi come un messaggio rivolto alla Presidente.

Il 16 Luglio infine, la Simoni trova un biglietto con minacce sul lunotto della sua auto: "Dimettiti, ti merita" accompagnato da una croce e dal disegno di una sepoltura.

Ed ecco che ieri, colpo a sorpresa, 8 consiglieri su 10 del Pd firmano una mozione di sfiducia nei suo confronti.

Partito (ben poco) democratico

La Simoni, raggiunta al telefono dalla redazione de IlGiornale.it, si dice sconfortata e delusa dall'intera vicenda: "La mia fortuna è quella di essere una donna forte e di avere al mio fianco una splendida famiglia" - dice la Presidente con tono fermo - "se al mio posto ci fosse stata una persona debole e non determinata, sarebbero rusciti a coprire tutto, ma io non mi fermo e arriverò in fondo a questa storia."

"Di scuse non ne sono mai arrivate" - conclude - "e, dal partito che ha inventato le scarpe rosse e le maglie rosse, un comportamento di questo tipo non me lo sarei mai aspettato"

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