Elezioni Politiche 2018

La "minaccia" di Renzi: se vince il centrodestra Berlusconi al Quirinale

Il leader del Pd in difficoltà disegna scenari per motivare i suoi: "Salvini sarà premier"

La "minaccia" di Renzi: se vince il centrodestra Berlusconi al Quirinale

La mattina a Firenze col ministro Delrio, la sera a Roma negli studi di La7 insieme a Eugenio Scalfari. Oggi in Sicilia, l'altro giorno in Emilia con Casini, poi in Campania, prossimamente a Torino e Milano.

Matteo Renzi gira l'Italia come una trottola e passa da uno studio tv a un comizio a una trasmissione radiofonica, cercando - con la tempra da combattente che anche gli avversari gli riconoscono - di animare una campagna elettorale non facile per il Pd. Per la quale, fa trapelare, sta organizzando un finale «a sorpresa».

Il leader Pd è convinto che ci sia un ampio serbatoio di indecisi cui puntare, e da convincere a votare il suo partito giocando su due tasti: i risultati «concreti» ottenuti dal governo di centrosinistra (mentre gli altri partiti, ricorda, hanno solo promesse «lunari» da offrire) e il rischio di veder finire al governo «gli estremisti». «All'elettore deluso, incerto, indeciso chiediamo di pensarci bene - dice - pensaci Italia, pensaci se affidarti agli estremisti». Nel novero degli estremisti (da Salvini a Meloni a Di Maio) non mette Berlusconi, che con la sua campagna elettorale da padre della Patria moderato, all'ombra del Ppe e della Merkel e contro l'avventurismo grillino, è difficile da catalogare sotto quell'etichetta. Ma per mobilitare l'elettorato di sinistra è sempre utile agitare lo spauracchio B, e così il pericolo denunciato dal Pd diventa un altro: Berlusconi al Colle. «Salvini punta a fare il premier e il Cavaliere ad andare al Quirinale nel 2022», avverte Renzi, mettendo in guardia contro una possibile vittoria del centrodestra. A descrivere questa strategia da «incubo» ci pensa Democratica, l'organo online del Pd, che cita la risposta di Berlusconi durante un'intervista («Di Quirinale non parliamo adesso, ne parleremo se mai più tardi») per spiegare che il Cavaliere «torna a coltivare la sua più grande ambizione: quella di salire al Colle non come aspirante premier, ma come Capo dello Stato». Del resto, ricorda, una vittoria il 4 marzo «darebbe al centrodestra la possibilità concreta di eleggere un suo esponente alla presidenza della Repubblica», visto che Mattarella scadrà nel 2022 e il prossimo Parlamento, in teoria, durerà fino al 2023. Sulla questione, scrive il quotidiano Dem online, è stato recentemente interpellato anche Matteo Salvini, cui è stato chiesto se Berlusconi possa corrispondere all'identikit del futuro capo dello Stato. «Diciamo che è un ragionamento interessante ha risposto l'alleato di Forza Italia però non dico altro. Facciamo prima il presidente del Consiglio». Lo scambio che, in caso di vittoria del centrodestra, si potrebbe prefigurare sarebbe dunque questo, per il Pd: Forza Italia lascia alla Lega la guida del governo e consente a Salvini di andare a Palazzo Chigi. In cambio, il Quirinale va a Berlusconi. «Le parole di Salvini fanno temere che l'ennesima sciocca boutade si trasformi in un vero incubo», conclude Democratica.

Non è chiaro se il Pd creda davvero allo scenario su cui insiste, o se lo utilizzi per la campagna elettorale. Di certo, Matteo Renzi in serata, a Di Martedì, viene stuzzicato sulla benedizione data da Prodi all'attuale premier: «Prodi preferisce Gentiloni? Bene - replica - vuole dire che preferisce un premier iscritto al Pd e candidato del Pd. La vera questione non è tra me, Gentiloni e Prodi: magari fosse così.

A me non preoccupa se resta Gentiloni a palazzo Chigi, ma che ci arrivi Salvini ».

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