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Il ministro in Libia per fare fronte comune

Oggi a Tripoli il vertice tra Salvini e il premier libico Al Sarraj e il suo vice Matiq

Il ministro in Libia per fare fronte comune

Roma - Matteo Salvini sarà oggi a Tripoli per incontrare il primo ministro Fayez Al Sarraj, il suo vice Ahmed Matiq e il ministro dell'Interno Abdulsalam Ashour. Durante la visita il titolare del Viminale porrà all'attenzione del governo libico soprattutto la questione migranti, ma parlerà anche dell'amicizia tra i due Paesi, della cooperazione economica e degli investimenti da parte dell'Italia per la realizzazione di strade e infrastrutture.

La linea dura che Salvini ha intrapreso nei confronti delle Ong trova, infatti, il suo principale alleato proprio in Libia. Da alcuni giorni le navi delle Organizzazioni non governative vengono, infatti, indirizzate verso l'Rcc (Rescue coordination centre) libico, ovvero il corrispettivo dell'Mrcc italiano, che ha sede a Roma. Secondo quelle che sono le convenzioni internazionali che regolano il salvataggio in mare, infatti, nelle zone Sar di ogni Paese è lo Stato che ne è responsabile a dover coordinare i soccorsi. Il ministro punta, pertanto, a rafforzare i legami tra Italia e Libia, in modo che il fronte comune porti chi trasgredisce ad avere di fronte un muro fatto di leggi da rispettare, alla faccia dei Paesi europei che continuano a puntare il dito contro il nostro, prima fra tutte la Francia. «Mille migranti sui barconi davanti alla Libia? Lasciamo ha scritto ieri il titolare del Viminale che le autorità libiche facciano il loro lavoro di salvataggio, recupero e ritorno in patria, come stanno facendo ormai da tempo, senza che le navi voraci delle Ong disturbino o facciano danni. Sappiano comunque questi signori che i porti italiani sono e saranno chiusi a chi aiuta i trafficanti di esseri umani».

Salvini, in Libia, troverà comunque un terreno non facile. Una terra che tenta di ripartire, ma che è frammentata da conflitti interni, dalla piaga della presenza di alcuni gruppi di militanti dell'Isis, arrivati a Tripoli dalla Turchia dopo la caduta di Raqqa. Troverà anche centri per migranti che molto assomigliano a luoghi di detenzione. Per questo si punterà anche su programmi specifici che vadano nella direzione di un'accoglienza più umana e condivisa. A tal proposito saranno avviati progetti con le industrie e le università italiane e vi sarà un interscambio di idee. La volontà è quella di tagliare i cinque miliardi annui finora spesi per gli immigrati e destinarli ai Paesi di provenienza tra cui, appunto, la Libia.

Fonti vicine al governo di Tripoli fanno sapere che i rapporti già avviati da Minniti potrebbero intensificarsi perché Al Sarraj vedrebbe di buon occhio Salvini proprio per il suo pugno di ferro nei confronti delle Ong e per la volontà di investire con velocità in un territorio che ora, più che mai, ha bisogno di ripartire. Insieme al vicepremier ci sarà una delegazione composta da soggetti con i quali si sta lavorando per portare avanti questi progetti.

Non resta che attendere quale sarà la risposta dei libici alle proposte italiane.

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