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Il ministro rompe l'ennesima tradizione: lascia incustodito il Viminale per il Milan

Mai accaduto prima: il leghista vota ma poi va a casa a guardare la partita

Il ministro rompe l'ennesima tradizione: lascia incustodito il Viminale per il Milan

Roma - Prima a votare nel seggio milanese di via Martinetti, poi con il figlio a vedere una partita del Milan. Comunque a distanza da dove succedono le cose della politica, a 573 chilometri dal ministero dell'Interno del quale è titolare. Matteo Salvini ha deciso di rompere un altro tabù politico-istituzionale, questa volta legato all'attività del suo dicastero. Il ministro dell'Interno durante le operazioni di voto e di spoglio generalmente presiede il Viminale. È uno dei due classici della prassi del dicastero, l'altro è la presenza a ferragosto mentre tutti gli altri uffici del governo sono chiusi.

Il rito elettorale prevede che il ministro di turno vada a votare nella città di residenza e torni il prima possibile al Viminale e ci resti fino a quando non c'è un quadro chiaro, perlomeno della partecipazione al voto. Lo fece Marco Minniti in occasione delle politiche che sancirono il successo del M5s e della Lega (voto a Reggio Calabria e poi in volo verso Roma). l precedente voto fu stato quello europeo del 24 maggio 2014, il ministro Angelino Alfano disertò le riunioni di partito per seguire le operazioni di voto e di spoglio.

Prima ancora, alle politiche del 2013, il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri si premurò di comunicare personalmente i dati sull'affluenza.

Il leader della Lega ha scelto di nuovo un profilo pop. Prima si è recato al seggio di appartenenza, poi si è dedicato a famiglia e calcio. Exit poll? «Ovviamente guardo il Milan. Niente via Bellerio, la guardo con mio figlio». La preoccupazione è quella del leader politico, che non vuole commentare dati pre spoglio, «sondaggi inesistenti ed exit poll inesistenti». Resta un po' sullo sfondo il ruolo di ministro dell'Interno.

Confinata a una dichiarazione subito dopo avere depositato la scheda nell'urna. «Invito gli italiani che magari guarderanno queste immagini, online o le sentiranno in radio o le guarderanno in televisione a votare nelle ultime ore, perché cambiare l'Europa è un'occasione unica storica che merita l'impegno e la partecipazione di tutti». E poi: «Per il momento è tutto tranquillo e non ci sono segnalazioni di irregolarità».

Vero che la presenza del ministro nel giorno delle elezioni e nella notte dello spoglio è praticamente solo simbolica. Di tutte le operazioni di voto (dalla gestione delle liste fino alla raccolta dati dai seggi) si occupano gli uffici, sono prassi amministrativa. La presenza del ministro dell'Interno serve a fare l'idea che le istituzioni sono sempre presenti. Per questo anche a Ferragosto il ministro dell'Interno di solito è l'unico al lavoro, presiede il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica e generalmente illustra alla stampa le attività di un anno. In realtà anche a ferragosto Salvini ruppe questa consuetudine, ma solo perché decise di presiedere il Comitato a San Luca, nel cuore della Locride. Un messaggio contro la 'ndrangheta. Iniziativa interrotta dalla tragedia del Ponte Morandi. Salvini, insieme agli altri colleghi del governo, andò a Genova dove si tenne un Consiglio dei ministri straordinario. Per alcuni troppo tardi. Nei social montò la protesta perché nel giorno del crollo del ponte a Genova, era in Sicilia a un appuntamento di partito. Ieri, unica polemica pervenuta che riguarda il ministro, è quella sui tweet para elettorali durante il silenzio elettorale.

La guerra degli ashtag con i colleghi del M5s.

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