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Missione a Bruxelles Il piano del Cavaliere per la nuova Europa

Berlusconi spiegherà al Ppe la sua strategia: toni bassi, ma l'Italia dovrà contare di più

Missione a Bruxelles Il piano del Cavaliere per la nuova Europa

Per Silvio Berlusconi è la seconda visita a Bruxelles, dopo quella del 12 dicembre per il vertice dei leader del Ppe in preparazione del Consiglio europeo su Brexit e immigrazione. E dimostra quanto il fondatore di Forza Italia sia convinto della centralità dell'Europa e consideri importanti i rapporti con i vertici delle istituzioni Ue e del partito popolare, rivendicando la guida del centrodestra.

Quasi un mese e mezzo fa il Cavaliere fece ad Angela Merkel gli auguri per le difficili trattative in corso per la formazione del suo esecutivo di grande coalizione e arriva nella capitale belga il giorno dopo l'annuncio dell'accordo della Cancelliera tedesca con l'Spd, festeggiato dalla famiglia del Ppe. In qualche modo, per Berlusconi, può essere un segnale bene augurante anche per il successo in Italia del suo progetto di governo. E poi il punto numero 3 del programma del centrodestra parla di recupero di sovranità, richiamando proprio il modello tedesco: «In Europa - ha detto ieri a Non è l'Arena - non bisogna alzare la voce, con l'Unione europea si deve ragionare. Alzando i toni non si ottiene nulla, bisogna ragionare, parlare con tutti».

Il leader azzurro, in questa due giorni, viene per ascoltare i vertici comunitari e del Ppe sul futuro dell'Europa e per tranquillizzare sulle prospettive elettorali, spiegare che dopo il voto l'Italia troverà una maggioranza capace di garantire stabilità al Paese e sarà quella di un centrodestra trainato da Forza Italia e non dalla Lega di Matteo Salvini, che con le istituzioni europee non ha mai avuto un buon rapporto, malgrado le ultime correzioni di rotta.

Il piano del Cavaliere prevede l'arrivo nella città fiamminga alle 10,30 e il primo incontro con il segretario del Ppe, Antonio Lopez, nella sala della presidenza del palazzo dell'Accademie Royale. Nel pomeriggio è invece fissato alle 15 il faccia a faccia con il capo delegazione Ue per la Brexit, Michel Barnier, al quale Berlusconi intende raccomandare che siano tutelati i diritti dei 600mila italiani, tra i 3 milioni e mezzo di europei, residenti nel Regno Unito. Ma con lui parlerà anche del buco di bilancio che lascerà la Brexit, della necessità di una revisione appunto del bilancio e dell'utilizzazione dei saldi per affrontare meglio problemi come terrorismo, immigrazione, protezione delle frontiere esterne.

A questo punto, l'ex premier si sposterà nella vicina sede del parlamento europeo e lì vedrà il presidente azzurro Antonio Tajani e il numero uno della Commissione Ue Jean Claude Juncker: incontro importante, in cui spiegherà anche che, contrariamente a quello che dicono avversari determinati a dare patenti di europeismo o no a futuri governi, il suo programma fiscale non contrasta con le regole europee, ma s'inquadra nel processo di completamento dell'Unione bancaria e appunto della revisione del bilancio europeo.

Con il capogruppo del Ppe all'europarlamento Manfred Weber è prevista una cena di lavoro, cui parteciperà anche Lorenzo Cesa, leader dell'Udc che rappresenta l'altra componente del centrodestra del Ppe, dopo l'accordo con Noi con l'Italia di Raffaele Fitto. «Operazione ben vista dai popolari- spiega Cesa - perché rafforza la componente moderata e centrista della coalizione, che non può essere sospettata di antieuropeismo. Intendiamo rassicurare l'Europa contrastando gli allarmi lanciati da Matteo Renzi».

E il centrista Lorenzo Cesa sarà presente anche all'incontro centrale della seconda giornata a Bruxelles di Berlusconi, quello con il presidente del Ppe Joseph Daul, che seguirà quello con la commissaria all'economia digitale Marina Gabriel.

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