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Modello Liguria: via l'Irap e basta favori alle coop

Toti lancia il piano per la crescita. E blocca nuove opere in zone a rischio esondazione

Modello Liguria: via l'Irap e basta favori alle coop

Al momento, come indizio di un «patto del Nazareno» in salsa ligure, c'è solo il nome scelto per la manovra regionale, il Growth Act , che riecheggia il renziano Jobs Act. Per il resto gli appassionati di trame e accordi segreti tra Pd e Forza Italia, che col consigliere berlusconiano Giovanni Toti governa la Liguria da pochi mesi, finora sono rimasti delusi. Il marito della Paita, ex candidata Pd alla presidenza della Regione, ha annunciato le dimissioni da presidente del Porto di Genova, dopo che si era favoleggiato su una sua permanenza come frutto di un Nazareno al pesto (e il successore, fa capire Toti, sarà in quota centrodestra). E poi le coop rosse, che da anni banchettano con appalti e corsie preferenziali nella Liguria feudo Pd.

Il nuovo governatore fa sapere che l'aria è cambiata («È finito il tempo delle leggi interpretate diversamente a seconda del beneficiario, le regole valgono per tutti, anche per le coop»), mentre la Regione esprime parere negativo alla costruzione di nuovi centri commerciali targati Coop in zone considerate esondabili di Genova, scatenando l'ira dell'amministrazione cittadina di centrosinistra e dei vertici coop che minacciano di andarsene altrove. Poi, una mitragliata di accuse da sinistra è arrivata per il Piano Casa annunciato dalla giunta, «una legge che non prevede né la costruzione di piscine né di piste per gli elicotteri ma dà una scossa al settore perchè senza ripresa dell'edilizia non c'è sviluppo» ha spiegato Toti (sostenuto da 4mila edili rimasti senza lavoro), preso di mira da Pd e M5S per voler «cementificare» la Liguria, e pure dal comico genovese Crozza perché nel Piano è prevista la riqualificazione degli edifici nei parchi naturali liguri («Abbattiamo gli ulivi e i pini marittimi» ha ironizzato Crozza). Se il sistema di potere cresciuto attorno al Pd ligure entra in crisi, si saldano nuovi legami e relazioni. Più di una volta Toti si è attovagliato con l'imprenditore miliardario Gabriele Volpi, ramo petroli, il «Roman Abramovic ligure» molto interessato allo sviluppo delle infrastrutture. Ma anche Flavio Briatore, che, si dice, sta pensando a un Billionaire in Liguria («Ci fossero altri Briatore pronti a investire qui, gli farei da autista» ha detto Toti una volta). E poi imprenditori e costruttori molto attenti ai progetti per rilanciare l'aeroporto di Genova (l'incontro l'altro giorno col numero uno di Msc, Gianluigi Aponte).

Intanto prendono forma le misure della stagione Toti. Il governatore vuol dimostrare di poter essere lui il candidato premier per il centrodestra. Il Growth Act della sua giunta è ambizioso: esenzione dall'Irap per le nuove imprese con sede (per almeno cinque anni) in Liguria, apertura ai privati nella sanità, e un progetto di zona franca esentasse, sul modello di Trieste, per il porto genovese.

Sulla fattibilità il governo ligure ha chiesto aiuto allo studi del noto tributarista Victor Uckmar.

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