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Il momento peggiore per rompere in Europa

Il momento peggiore per rompere in Europa

Un giorno Indro Montanelli, che era andato a visitare Gianni Agnelli a Torino e aveva poi pernottato a casa sua, mi confessò che non aveva mai patito tanto freddo come in quella notte sabauda perché il riscaldamento della villa era quasi inesistente. Non feci fatica a credere alle parole di Cilindro per il semplice motivo che il capo della Fiat era davvero il prototipo della grande borghesia italiana di quegli anni, molto aristocratica ma anche decisamente austera e spartana. Oggi mi sembra che il nipote del mitico Avvocato, John Elkann, assomigli molto al nonno: lo stesso «aplomb», l'innata classe, un rigore d'altri tempi. Eppure, almeno per un giorno, persino l'attuale «numero uno» del Lingotto, lui così compassato, si è trasformato in una specie di «gilet» giallo e, poco prima delle nozze, ha clamorosamente divorziato dalla Renault e dal presidente francese Macron che continua a tenere le fila del gruppo automobilistico transalpino. Troppi i «distinguo» sollevati per concludere l'alleanza con gli italiani, troppe le richieste: bene hanno fatto Elkann & C. a rompere con Parigi. Ma, al di là degli intoppi contingenti che hanno prima frenato e poi fatto naufragare il matrimonio tra Fiat e Renault, questa fumata nera è la prova provata delle attuali difficoltà nei rapporti tra i «partner» europei: il brutto clima che si respira a Bruxelles finisce per ripercuotersi sia a livello nazionale che societario. E tutto ciò sembra quasi un paradosso perché l'Italia non è mai stata così distante dall'Europa proprio nel momento in cui è, ancora più che in passato, sotto la spada di Damocle della Ue pronta a bocciare i nostri conti pubblici. Avremmo davvero bisogno di tenerci buona la Comunità ma facciamo di tutto per mandarla a quel paese. Un paradosso che rischia di ampliarsi con la grande vittoria della Lega alle Europee del 26 maggio. Nell'ultimo «weekend» Salvini era in Romagna, al solito bagno di Milano Marittima, dove si è concesso un «weekend» di relax con i figli. Mi è sembrato piuttosto tranquillo: «Ho bisogno di riposarmi», mi ha detto. Ma al di là delle rassicurazioni, credo che il leader del Carroccio sia preso, in questi giorni, da tanti problemi, a cominciare proprio dai rapporti con l'Europa oltreché dalla tenuta del governo gialloverde. Matteo è alle prese con un rebus difficilissimo da risolvere: come riuscire a pilotare l'Italia nelle paludi comunitarie facendosi rispettare ma senza arrivare alla rottura come, invece, è capitato a John Elkann.

La questione è piuttosto intricata: se possiamo anche fare a meno della Renault, non è proprio il caso di concedere il bis con l'Europa.

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