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​"È il momento più difficile". Renzi sempre più in affanno

Finalmente il premier si accorge che le cose non vanno affatto bene. Ma non fa passi indietro: "Legislatura avanti fino al 2018". E minimizza: "Contano più i posti di lavoro"

​"È il momento più difficile". Renzi sempre più in affanno

Gli ultimi sondaggi danno il Pd sotto il 20%. Il partito paga l'incapacità del governo e del suo premier-segretario: Matteo Renzi. Il Paese è invaso da decine di migliaia di immigrati, il sistema economico è al palo, la pressione fiscale continua a crescere (come anche il debito pubblico. E l'Italia è sempre meno influente a livello internazionale. Dopo mesi di chiacchiere e promesse, gli italiani hanno capito il bluff di Renzi e gli hanno voltato le spalle. Il risultato delle amministrative è solo un assaggio. Tanto che, all'assemblea del gruppo piddì a Montecitorio, è lo stesso Renzi ad ammettere: "È il momento più difficile e più affascinante dell’intera legislatura. Questa legislatura finirà nel 2018".

Renzi è in difficoltà. I numeri in parlamento vengono meno. E nel Paese reale i segnali della caduta sono ancor più lampanti. Tanto che, anche dal Nazareno, arrivano i primi mugugni di malumore. "Trovo un atteggiamento tra di noi, anche nel post elezioni, di grande preoccupazione - ammette Renzi davanti ai suoi deputati - per l'immigrazione e tutte le altre difficoltà a livello europeo. Ma siamo qui per questo. Altrimenti avremmo fatto altro". Il clima è teso, tesissimo. E il segretario piddì continua: "Siamo nel momento più affascinante della legislatura. Quando ci sono delle difficoltà, quelli bravi le superano". È la prima volta che ammette di essere in difficoltà. Anche se, poi, non si assume le colpe ma è subito pronto a puntare il dito contro altri.

Poi però il premier va in tv e torna a sviare l'attenzione sulle azioni di governo: "Tutta la discussione politica è sul fatto che in alcune città abbiamo perso i ballottaggi. È evidente che quando i cittadini dicono non ci sei piaciuto, scegliamo un altro bisogna riflettere. Succede di perdere: in alcune città il Pd ha perso, altre le abbiamo riprese", ha detto il premier a Porta a Porta, "Oggi abbiamo un clima economico nel Paese che spinge per ripartire e su questo dobbiamo puntare. Un anno fa il Pd aveva il segno più 40% e i posti di lavoro avevano segno meno. Oggi l’economia torna a tirare e abbiamo 260mila posti di lavoro in più".

Poi il segretario del Pd è tornato a parlare delle primarie, ora da lui criticate, nonostante ne sia stato un grande sostenitore in passato: "Io sono convinto che questo Paese abbia un sacco di potenzialità. Ma non ne possiamo più di un ragionamento per cui quando si parla di politica si discute solo del nostro ombelico", ha aggiunto Renzi, "Alla gente interessa di come si sceglie un sindaco o che le strade siano pulite? Decidiamo come scegliere ma poi bisogna fare le cose. In alcune Regioni e città le primarie non hanno funzionato perché uno fa le primarie e poi non rispetta le regole. Credo nelle primarie come strumento per uscire da segrete stanze dei partiti.

Alla gente interessa che il sindaco sia scelto con primarie o con selezione segreteria Pd o che strade della città siano pulite?".

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