Cronaca internazionale

Monsignor Peri: "Non è l'uomo a poter decidere se interrompere qualsiasi vita. Bisogna tutelarla"


Monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone (Catania) e membro della Commissione Cei per la salute, la piccola Indi è stata trasferita in un hospice per il fine vita e hanno iniziato a rimuoverle i supporti vitali

Monsignor Peri: "Non è l'uomo a poter decidere se interrompere qualsiasi vita. Bisogna tutelarla"

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Monsignor Peri: "Non è l'uomo a poter decidere se interrompere qualsiasi vita. Bisogna tutelarla"

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Monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone (Catania) e membro della Commissione Cei per la salute, la piccola Indi è stata trasferita in un hospice per il fine vita e hanno iniziato a rimuoverle i supporti vitali. Ancora una volta l'uomo ha fallito?

«Non si può ridurre il concetto di vita alle nostre osservazioni e alle nostre opportunità. Se possiamo tutelare la vita lo dobbiamo fare. Non possiamo essere noi a procurare la fine di un'esistenza. Se c'è la minima possibilità di tenere la bimba in vita, seppur con ausili per la respirazione, dovremmo andare avanti».

Dicono che non c'è alcuna speranza che la bambina possa continuare a vivere

«Non è l'uomo che può determinarlo, di fronte alla vita dovremmo aver rispetto e stare in punta di piedi. Quando si ragiona solo in termini di tempo e durata viene meno ogni umanità: certo, c'è una dignità per morire, però in questo caso c'è un'altra struttura ospedaliera d'eccellenza che dice: io ci credo».

Il Bambino Gesù di Roma si è detto infatti disposto ad accogliere la bambina

«E non si capisce perché non ci sia la volontà di andare avanti. Dovremmo puntare di più sulla solidarietà e la collaborazione. Invece si parla solo in termini di risultati e soluzioni».

La legge inglese però non permette di trasferire Indi in Italia: vale più di una vita?

«Dovremmo interrogarci su questo aspetto. Qui non si tratta di accanimento terapeutico, ma di un ausilio che le permette di vivere. Anche chi fa la dialisi senza macchine non riuscirebbe a vivere. E allora che facciamo, stacchiamo? L'ospedale non è un parcheggio, ma anche se le condizioni di questa bimba non sono come quelle di altri non significa che debba essere scartata e buttata via: la vita non vale soltanto per chi è efficiente, altrimenti saremmo tutti perfetti! Le vite menomate, indebolite non hanno meno valore!».

C'è anche l'aspetto umano dei genitori

«Se ci mettiamo dal punto di vista dei genitori è normale che anche poche ore in più per loro sarebbero una luce di speranza, perché potranno dire l'abbiamo accompagnata fino alla fine. Il problema è quando il criterio diventa esterno: la vita è sempre in pericolo ma se il criterio non è dato dalla vita stessa allora diventa un esercizio di potere che non ci possiamo arrogare, nel rispetto della vita stessa».

Ma è già successo in passato, pensiamo ai casi di Charlie Gard o di Alfie Evans.

«Il Signore non spegne il lucignolo fumante, non dimentichiamolo. Però qualcuno lo dimentica. A volte siamo davvero assurdi noi esseri umani: puntiamo sulla durata e dimentichiamo che ognuno viene al mondo con un suo corredo: alcuni ce l'hanno completo, altri meno. Noi non dobbiamo guardare a questo aspetto, dobbiamo rispettare e valorizzare qualunque vita, perché noi siamo al servizio».

Il Papa ha manifestato vicinanza ai genitori. Pensa che le parole di Francesco possano in qualche modo cambiare le cose?

«Magari fosse così, ce lo auguriamo. Proprio in questi momenti dobbiamo stare vicini a questa famiglia, come sta già facendo la chiesa del Regno Unito, sostenerla perché sta vivendo un dramma. Se le cose andranno come tutti pensano, sarà l'ennesima sconfitta dell'umanità.

Il tempo che viene decurtato perché qualcun altro decide: è assurdo! La vita non è questa, l'uomo non può comportarsi così, altrimenti non è più un uomo».

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