Politica

Morì aspettando l'ambulanza Ma ce n'erano due libere

Procedimento disciplinare per 5 operatori del 118

Simone Di Meo

Napoli È morto perché le ambulanze, pur essendo disponibili, non sono partite. E non lo hanno fatto perché gli operatori del 118 hanno detto al telefono (registrato) che tutti i tredici mezzi di soccorso erano impegnati in quegli stessi minuti. Così si muore a Napoli. Così è morto il 42enne Mario D'Aniello, talassemico.

È il 3 agosto scorso. L'uomo sta aspettando un amico davanti alla stazione ferroviaria di piazza Garibaldi quando inizia a vomitare sangue. Si accascia. Non riesce a respirare. Perde i sensi. Sono le 21.02. Un passante chiama il 118 ma gli viene risposto che non è possibile alcun intervento. «Le ambulanze sono occupate altrove». I risultati della commissione interna, voluta dal governatore Vincenzo De Luca e dai vertici del servizio di pronto intervento, accerteranno che è una clamorosa bugia. E nero su bianco, il coordinatore del 118 Pino Galano scrive che, in quei drammatici momenti, mentre un uomo lotta con la morte, sono disponibili ben due ambulanze. La prima che resterà inattiva dalle 20.39 alle 23.57 si trova a Scampia, a una decina di chilometri. La seconda ferma anch'essa dalle 19.47 alle 21.36 è di stanza presso l'ospedale Loreto Crispi, a poca distanza dalla centralissima piazza Amedeo. Non distanze siderali, considerato il traffico inesistente nel periodo estivo. Perché è stata detta questa menzogna che è costata la vita a un uomo?

Sotto procedimento disciplinare sono finiti il medico di turno, dipendente della Croce Rossa, e 4 infermieri dell'ospedale Cardarelli. Avranno ora un mese di tempo per rispondere ai «capi di imputazione». Tra 120 giorni, potrebbero perdere il posto. Alla fine, a soccorrere il povero Mario D'Aniello, arriverà sì un'ambulanza dal quartiere Ponticelli ma solo alle 21.33, otto minuti dopo una nuova allarmata chiamata al 118. D'Aniello morirà qualche minuto dopo. Qualcosa però, in attesa della conclusione dell'iter amministrativo, si è già mossa. Galano ha chiesto l'immediata sostituzione alla Croce Rossa del medico mentre il direttore generale dell'ospedale «Cardarelli» Ciro Verdoliva ha, a sua volta, attivato le procedure per una autonoma valutazione disciplinare nei confronti dei 4 infermieri. Gli atti della commissione che ha suscitato lo sdegno di De Luca che aveva promesso una indagine approfondita all'indomani del decesso sono stati già trasmessi alla Procura.

Il pm Stefania Buda, titolare del fascicolo, nei prossimi giorni potrebbe convocare i sanitari e quanti, a diverso titolo, hanno avuto a che fare con una drammatica e triste storia di malasanità.

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