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Morto il figlio di Shamima Il governo May nella bufera

La «sposa dell'Isis» aveva chiesto di tornare in patria ma il ministro Javid le aveva revocato la cittadinanza

Morto il figlio di Shamima Il governo May nella bufera

Jarrah aveva pochi giorni ed era un cittadino britannico e secondo tutti non sarebbe dovuto morire. Ma è morto - e tutti temevano sarebbe accaduto - e ora sul governo conservatore di Theresa May si scatenano polemiche bipartisan. Al punto che il segretario di Stato per gli affari interni, il quarantanovenne ed ex banchiere di origini pakistane Sajid Javid, ora rischia il posto.

Il bimbo aveva poche settimane ed era figlio di Shamima Begun, la giovane britannica che quattro anni fa, all'età di 15 anni, aveva scelto di viaggiare con altre due compagne di scuola verso la Siria per unirsi allo Stato islamico. Si era trasformata in una «sposa dell'Isis», per lei era stato scelto come marito un radicalizzato olandese Yago Riedijk, 27 anni, che gli aveva dato già due figli, entrambi morti di stenti, malnutrizione, malattie. Ora anche il terzo figlio si è unito alla piccola Spoon River di questa assurda famiglia del terrore.

Javid è nella bufera perché qualche tempo fa aveva deciso di revocare la cittadinanza britannica a Shamima malgrado la giovane avesse manifestato l'intenzione di fare ritorno in patria per crescere là il terzo figlio ed evitargli la fine dei primi due. Ma la decisione del ministro dell'Interno - difesa con grande virulenza malgrado le polemiche - ha chiuso la porta in faccia alla «sposa dell'Isis» pentita e ha condannato di fatto il neonato a restare nel campo profughi al Nord della Siria, in condizioni igieniche disperate. Un ufficiale curdo ha raccontato che jarrah nell'ultima settimana era stato portato più volte in ospedale per difficoltà respiratorie. Un altro testimone, un amico di Shamima, ha raccontato di aver visto il bambino di colore bluastro e molto raffreddato. Secondo la Bbc il piccolo sarebbe morto di polmonite. Sarà sepolto nell'affollato cimitero del campo, accanto ai due fratelli ugualmente sfortunati.

Di morte che «macchia la coscienza di questo governo» parla Diane Abbott, ministro ombra laburista dell'Interno. «È contro il diritto internazionale - prosegue Abbott - che qualcuno sia privo di cittadinanza. E lasciare una giovane donna vulnerabile e un bambino innocente in un campo per rifugiati dove sappiamo bene quanto sia alta la mortalità infantile è moralmente deprecabile». La Abbott si era battuta perché Shamima potesse fare ritorno in Gran Bretagna anche a costo di essere incriminata ma secondo lei Javid aveva ceduto alla pressione della stampa oltranzista di destra.

Ma anche i conservatori sono critici con Javid. Il parlamentare Phillip Lee ammette che la scelta di negare la cittadinanza alla Begum fu una scelta populista, anche se precisa: «È evidente che Shamima Begum abbia idee abominevoli e che la sua scelta di unirsi all'Isis vada oltre ogni comprensione, ma lei è pur sempre frutto della nostra società. Penso quindi che abbiamo una responsabilità morale nei confronti suoi e ancor di più del suo bambino. Per questo io fui molto turbato dalla decisione di Javid». Javid che viene invece difeso da Brandon Lewis, presidente dei Conservatori: «La perdita di ogni vita di un bambino è assolutamente tragica ma del resto bisogna ricordare il pericolo di raggiungere quell'area. Penso che il ministro abbia preso una decisione basata su quello che è l'interesse nazionale e la sicurezza dei cittadini qui in Gran Bretagna». Ma il tema è drammatico: ci sono almeno 3mila bambini figli di occidentali a rischio in Siria.

E il dilemma se sia giusto o meno consentire ai jihadisti e ai fiancheggiatori dell'isis di rientrare nei Paesi d'origine ed essere processati è ancora drammaticamente aperto.

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