Politica

Moscovici vuole vedere le carte e ci pressa: "Non perdete tempo"

Tiepida apertura dall'Ue: "Disposti a valutare nuovi elementi"

Moscovici vuole vedere le carte e ci pressa: "Non perdete tempo"

Un punto per Giovanni Tria. In un solo giorno il ministro dell'Economia ha incassato la disponibilità di Bruxelles a valutare le sue cifre. Poi, sul fronte interno, ha chiarito alla maggioranza che qualsiasi misura che sarà inserita nella legge di Bilancio dovrà essere coperta. A partire dalla Flat tax. Anche a costo di fare aumentare parzialmente l'Iva.

Il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici ieri si è detto disponibile a vedere le carte di Tria. «Siamo pronti a prendere in considerazione ulteriori elementi posti dal governo». In sostanza l'esecutivo di Bruxelles valuterà senza pregiudizi le nuove cifre che il ministro italiano ha annunciato già da giorni e che dovrebbero portare il deficit al 2,1% del Pil rispetto alla stima ufficiale che è al 2,4%.

Il rapporto degli «sherpa» del Consiglio europeo, cioè i rappresentanti dei ministeri delle Finanze europei, è un po' meno generoso. Hanno preso nota delle «possibili revisioni al rialzo per il bilancio 2019 grazie a entrate più alte del previsto e a una spesa pubblica più bassa del previsto», ma hanno precisato che queste potranno essere valutate solo «più tardi nel corso dell'anno». Un modo per dire che nell'immediato una manovra correttiva è inevitabile.

Moscovici pensa invece che sia preferibile «muoversi rapidamente», valutare le cifre del governo di Roma entro la data di fine luglio. «Ora la palla è nel campo italiano: dobbiamo vedere un percorso credibile sia per il 2019 che per il 2020, siamo pronti a prendere in considerazioni qualsiasi nuovo elemento ma non perdiamo tempo».

I conti del ministro iniziano a emergere ufficiosamente. Il deficit nominale rivisto al 2,1/2,2% del Pil significa che il ministro presenterà un miglioramento dei conti di circa 3,5 miliardi. Un miliardo dai risparmi del reddito di cittadinanza, cifra nota. Da Quota 100 potrebbero arrivare 1,5 miliardi all'anno in termini di minori costi della riforma previdenziale. Cifra inattesa. Sorpresa anche dal gettito Iva che dovrebbe contribuire al resto.

Dati da verificare in Italia e in Europa, un azzardo da certi punti di vista, considerando che se il ministro si rifiuterà veramente di varare una manovra correttiva, aumenterà le possibilità che la procedura di infrazione per debito eccessivo vada in porto, come ha osservato ieri Renato Brunetta di Forza Italia.

Sul fronte interno al burrascoso vertice di ieri Tria ha difeso un concetto di base. La flat tax, così come ogni misura che sarà inserita nella Legge di Bilancio 2020, non potrà essere fatta in deficit. Non a caso tra i tavoli operativi che partiranno nei prossimi giorni in primo piano ci sono spending review e tax expenditures. Quindi coperture.

Ma nella Lega si fa strada la tentazione di coprire solo in parte i 23 miliardi necessari alla sterilizzazione degli aumenti Iva previsti per il 2020, lasciando il grosso agli anni successivi. Quindi o aumenti parziali dell'Iva o sterlizzazione delle clausole parzialmente in deficit, rinviando al 2021 le coperture.

Eventualità che Tria e l'Ue non permetterebbero.

Commenti