Politica

Le mosse azzurre per riabbracciare il ceto medio tradito dal premier

Meno stato, più libertà: la ricetta condivisa da Berlusconi e Parisi

Roma È il popolo di Berlusconi. Quello che per tre volte l'ha mandato a palazzo Chigi con una maggioranza bulgara. È il popolo che non ce la fa più: artigiani, commercianti, piccole e piccolissime imprese, partite Iva, agricoltori, lavoratori autonomi e giovani. Sono la spina dorsale del Paese: quelli che ogni giorno tirano la carretta avendo contro un fisco vorace e una burocrazia letale. Sono quelli che hanno lo Stato come nemico principale. Sono quelli che non vogliono aiutini, contributi, sovvenzioni. Vogliono solo che lo Stato li lasci in pace; li lasci lavorare; li lasci creare ricchezza per il Paese; li lasci crescere.

È il ceto medio che, deluso, in parte ha voluto dare una chance a Renzi; in parte, nauseato, ha appoggiato i «vaffa...» di Grillo; in parte, frustrato, s'è ritirato nel non voto. Ecco l'analisi di Berlusconi: quelli che inizialmente hanno creduto in Renzi si stanno ravvedendo. Infatti il premier è strabico e guarda soltanto a lavoratori dipendenti, statali, insegnanti, grande industri. Quelli che hanno votato Movimento 5 Stelle, con il pasticcio del Campidoglio in atto, si stanno rendendo conto che i grillini non sono affidabili; e a quelli che ingrossano le file degli astenuti occorre dare una speranza in più. Come?

Il Cavaliere è convinto che il messaggio giusto sia sempre lo stesso: meno Stato più libertà. E Forza Italia su questo ha sempre puntato e sempre punterà. Tuttavia, in perfetta sintonia con il Paese più profondo, Berlusconi ha capito che, accanto al partito, serviva affiancare un volto nuovo. Magari in grado di far da calamita e attrarre pezzi di società civile non compromessa con il Palazzo. Ed ecco l'asso nella manica, l'atout: Parisi. L'ex candidato sindaco di Milano ha l'appoggio del Cavaliere che, nelle ultime ore, ha chiesto ai suoi di «dare una mano a Stefano». La mission di Mister Chili è chiara e dichiarata: «Forza Italia ha perso 10 milioni di voti - ha sempre detto l'ex manager - Voglio dare un contributo per riconquistarli». Parisi parla a tutti ma il suo messaggio vuole riconquistare proprio le categorie sopracitate andando incontro alle loro richieste: respingere l'invadenza dello Stato per lasciar il più possibile libero chi crea ricchezza.

Antico adagio berlusconiano, ora fatto proprio da Parisi che rifiuta l'etichetta di moderato. Perché non c'è nulla di «moderato» nell'approccio parisiano. Per Mister Chili sono «moderate» le mance inutili di Renzi degli 80 euro; sono «moderate» le richieste di maggiore flessibilità in Europa per poter spendere di più; sono «moderate» le finte riforme costituzionali che non limitano i costi della politica e ingarbugliano il processo legislativo. Parisi, la mano pubblica, la vorrebbe tagliare all'altezza del gomito. Tutto questo lo fa un liberale; e tutto questo è musica per le orecchie di commercianti, artigiani, agricoltori, partite Iva.

Ma anche il partito non sta con le mani in mano ed esprime tutta la sua voglia di riconquistare la fiducia degli italiani offrendo loro cose concrete. Una su tutte: una battaglia dura ma seria sulla flat tax per portare quello choc fiscale che potrebbe rilanciare l'economia. E poi, come sottolinea il senatore azzurro Marco Marin, «le autorizzazioni ex post per chi decide di rischiare in proprio e aprire attività commerciali. Sosteniamo i piccoli imprenditori soffocati da una burocrazia assurda e ammazzati da un fisco vorace». E ancora: «Queste sono le cose concrete che vogliamo fare per il Paese e che sembreranno strane a Renzi che è invece soltanto preso quotidianamente dal congresso permanente della sua Ditta, il Pd, che si gioca sulla pelle degli italiani».

FCr

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