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Muscat, leader a tempo: "Il 18 gennaio Malta avrà un altro premier"

I media: quel giorno i laburisti sceglieranno il nuovo segretario. Pressioni perché lasci prima

Muscat, leader a tempo: "Il 18 gennaio Malta avrà un altro premier"

Aveva scoperto un giro di affari e corruzione che coinvolgeva i più diretti collaboratori del premier maltese Joseph Muscat. Per questo l'hanno fatta tacere con le bombe. È l'ultima clamorosa rivelazione relativa all'omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, uccisa il 16 ottobre del 2017 a La Valletta.

E finalmente travolto dallo scandalo che coinvolge molti dei suoi più stretti collaboratori compreso il suo ex capo di gabinetto Keith Schembri, il premier Muscat ha annunciato che darà le dimissioni. La commissione elettorale del partito laburista di maggioranza ha deciso che si andrà ad elezioni il prossimo 18 gennaio, data nella quale Muscat lascerà la testa del partito. Non è chiaro se resterà alla guida del governo fino a quella data.

Ieri è stato nuovamente arrestato l'imprenditore Yorgen Fenech e la sua incriminazione appare oramai inevitabile così come le dimissioni di Muscat, che aveva anticipato al presidente maltese George Vella che si sarebbe dimesso nel momento in cui l'imprenditore fosse stato formalmente incriminato. Dunque l'8 gennaio si avvieranno le votazioni e il 18 gennaio si andrà al ballottaggio fra i due principali sfidanti. Questo non esclude che Muscat possa decidere di lasciare prima l'incarico. Gesto auspicabile viste le gravissime accuse che lo sfiorano e la rabbia della popolazione che anche oggi scenderà in piazza per chiedere dimissioni immediate. E non sono mancate le critiche per la scarsa attenzione che l'Europa ha rivolto alla vicenda. Duro scambio di battute a distanza sui social ieri tra l'europarlamentare maltese Miriam Dalli (che tra l'alto è una delle candidate alla successione di Muscat) e uno dei figli della reporter assassinata che l'ha accusata di non aver fatto niente «per prevenire l'omicidio»

Intanto si scopre che sarebbero arrivati dalla Sicilia, con una spedizione organizzata dalla mafia, gli ordigni utilizzati per far saltare l'auto della giornalista che aveva messo in luce la corruzione della classe politica al potere. Melvin Theuma, il tassista che avrebbe fatto da intermediario tra i mandanti, ovvero l'imprenditore Yorgen Fenech, e i killer della donna, è colui che ha dato materialmente l'ordine di eliminare la giornalista promettendo ai tre killer 150mila euro e consegnando loro come anticipo 30mila euro. É stato uno dei tre, Vincent Muscat (omonimo ma non parente del premier) a raccontare che inizialmente si era deciso di sparare alla giornalista con un fucile da precisione, sempre inviato dalla Sicilia, ma successivamente si scelse l'autobomba. A confermare i fatti è l'avvocato della famiglia della reporter Jason Azzopardi. «Muscat conferma che sono tre le bombe importate a Malta dalla Sicilia e glielo ha detto De Giorgio (l'altro killer ndr). - spiega il legale- La prima autobomba scoppiò in pieno giorno, la seconda fu per Daphne, la terza è ancora nell'isola».

L'inchiesta lambisce direttamente le stanze del premier. Il suo ex capo di gabinetto, Keith Schembri, è stato interrogato, arrestato e poi rilasciato dietro cauzione.

Il suo nome è stato fatto appunto da Fenech l'imprenditore che aveva chiesto l'immunità in cambio delle sue rivelazioni che indicavano come mandante dell'assassinio proprio Schembri.

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