Cronache

Nasce l'emoji che si trasforma in sondaggio social

Si risponde a una domanda trascinando il simbolino. Così si "vota" e appaiono pure i risultati

Nasce l'emoji che si trasforma in sondaggio social

Forse è perché scrivere in fondo stanca, e quelle 26 lettere dell'alfabeto sono così astratte e antiche, ma è un fatto certo che gli emoji, le faccine gialle inventate a fine degli anni Novanta dal giapponese Shigetaka Kurita, sono sempre più protagoniste delle nostre comunicazioni.

L'ultima notizia arriva da Instagram, che ha deciso di renderli modulabili, utilizzandoli per votare su questioni semplici.

Alla domanda: «Quanto piccante ti piace il cibo?», prendi un simbolo tra le centinaia disponibili (peperoncino, faccina che ride eccetera), lo trascini avanti o indietro per «votare» e appaiono i risultati.

Secondo il social dalle poche parole e tante immagini, gli adesivi con emoji a scorrimento sono utili per avere un consiglio immediato e per «essere più vicini ai tuoi amici e follower».

Sarà. Resta il fatto che gli emoji, resi fenomeno globale da quando sono disponibili nei messaggi via smartphone, hanno se non sostituto senz'altro integrato la scrittura alfabetica. Magari pure danneggiandola.

Una ricerca di Youtube nel Regno Unito ha puntato il dito proprio contro questo «nuovo linguaggio» che minerebbe le capacità ortografiche del pubblico adulto, con la metà dei britannici insicuro del proprio spelling e il 94 per cento che pensa che la lingua inglese sia in declino rispetto al passato.

Noi intanto continuiamo a usarli, quanto meno nei messaggi spiccioli, quotidiani. Tanto che per facilitarci la vita ogni anno se ne aggiungono di nuovi, e così diventano una cartina al tornasole della nostra società, della quale seguono le evoluzioni negli usi e nei costumi.

Ad esempio anche gli emoji, che oltre alle faccine gialle coprono una vasta gamma di categorie, dal cibo ai mestieri, dagli animali ai trasporti ai mille oggetti della vita quotidiana, diventano politically correct. Dal 2015 se ne può scegliere la sfumatura della pelle. Scompaiono quelli scomodi, o pericolosi. Nel 2016, dopo che in Francia un uomo era stato condannato a sei mesi di carcere per avere mandato alla ex fidanzata il simbolo di una pistola (vera), terrorizzandola, Apple la rimpiazzò prontamente con una verde e innocua pistola ad acqua. E oggi è stato seguito da tutte le altre piattaforme, da Samsung a Google. L'Unicode Consortium che li cataloga al momento ne elenca 1644. Ma per il 2019 ne ha già proposti altri 104, dal fenicottero rosa alla zanzara alla faccina che sbadiglia, che, incredibile a dirsi, ancora non c'è.

Tra le nuove proposte, varie sono dedicate alle disabilità, come l'orecchio con protesi acustica, le persone con il bastone bianco e in sedia a rotelle, la protesi di braccio o gamba e il cane guida. Ma arrivano anche il sari e le scarpe da balletto, la puzzola e l'orango, e, per i buongustai, ostrica, falafel e waffle.

Ci chiediamo poi come abbiamo fatto finora senza l'emoji del cubetto di ghiaccio, del banjo e del cerotto.

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