Cronache

Naufragano in 50, altri 20 a Lampedusa. Ecco i danni della politica dell'accoglienza

Allarme per un'altra barca. Salvini: «Vergogna, più 110% rispetto al 2018»

Naufragano in 50, altri 20 a Lampedusa. Ecco i danni della politica dell'accoglienza

È di nuovo emergenza nel Mediterraneo. Dopo che nell'Egeo sono morti 7 migranti, tra cui 5 bambini, ieri l'annuncio di un nuovo barcone, con a bordo una cinquantina di persone, che si sarebbe capovolto. A dare la notizia Unhcr, che ha spiegato in un tweet che i soccorsi stanno arrivando sul posto e che i partner, dopo lo sbarco, sono disposti a mettere a disposizione assistenza medica.

Ma c'è un'altra emergenza, quella lanciata da Alarm Phone, il servizio privato di chiamata per il soccorso in mare, che riporta di un'imbarcazione con 56 persone che rischia di affondare al largo della Libia. «Circa 56 vite a rischio - scrivono su Twitter - e nessuna azione. La barca che ci ha contattato è partita dalla Libia alcuni giorni fa. Le loro difficoltà sono note alle autorità libiche, italiane e maltesi da questo pomeriggio, senza che siano state prese misure. Chiedono disperatamente aiuto e hanno paura di morire». Peraltro, Alarm Phone ha reso noto di aver preso contatti con il barcone alle 22.22 di venerdì sera e di aver avuto un nuovo contatto intorno alle 13 di ieri. «Parlano di diritti umani - proseguono -, ma dove sono? Vi prego, aiutateci!». Precisando poi di aver informato anche Eunavfor Med con l'operazione Sophia, la Guardia costiera italiana, quella francese, le forze armate maltesi e «la cosiddetta Guardia costiera libica». E proseguono: «Le persone a bordo dicono che stanno imbarcando acqua e che vari migranti, inclusi bambini, sono andate fuoribordo. Temiamo che ci siano delle fatalità. Cos'altro deve succedere affinché le autorità si prendano responsabilità per la situazione?». Mentre su Twitter Mediterranea Saving Humans scrive: «Enorme frustrazione non poter essere in mare mentre le persone annegano a causa dell'assurdo e illegittimo sequestro amministrativo di #MareJonio, ultimo colpo di coda del precedente governo, che quello attuale potrebbe revocare in un attimo. Soccorreteli».

In Italia, nel frattempo, l'ennesimo sbarco fantasma con una ventina di persone giunte a Lampedusa. L'aumento degli arrivi, raddoppiati rispetto al settembre dello scorso anno, è stato commentato ieri anche dal leader della Lega Matteo Salvini: «Più di mille sbarchi in più rispetto all'anno scorso - ha scritto sulla sua pagina Facebook - , un aumento del 110% in meno di un mese. Conte, Renzi, Di Maio: vergognatevi». Il governo giallorosso, con la sua politica dell'accoglienza, sta infatti incentivando le partenze, nonostante la Guardia costiera libica più volte abbia fatto presente che nella sua zona Sar, riconosciuta a livello internazionale, l'intervento delle Ong che fanno da taxi del mare è controproducente ed è d'aiuto agli scafisti. Un esempio ne è la notizia, che l'attuale esecutivo voleva tenere nascosta, dell'arrivo di tre torturatori libici sulla Sea Watch 3 comandata dal capitano Carola Rackete. Ad aggiungersi a questo va il fatto che molti operatori delle forze dell'ordine stanno riferendo che i responsabili delle Ong, a Lampedusa e nei porti di arrivo, spesso indicano prima quante persone approderanno e quando. Ciò starebbe a dimostrazione che c'è un collegamento tra partenze e sbarchi.

Sulle emergenze un mare è intervenuto l'armatore sociale della Mar Jonio, Alessandro Metz che chiede «l'immediato dissequestro della nave. Se le autorità competenti non sono in grado, o non vogliono, salvare le persone che rischiano la vita nel Mar Mediterraneo ci diano la possibilità di ritornare nel Mediterraneo centrale prima possibile.

Non vogliamo essere complici di questo massacro».

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