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Nei campi 26mila nomadi, la metà minorenni

In Italia esistono circa 150 «baraccopoli», le più grandi a Roma, Napoli e nel Foggiano

Nei campi 26mila nomadi, la  metà  minorenni

Roma Non esistono dati ufficiali sulla popolazione rom, sinti e caminanti in Italia, ma secondo una stima del Consiglio d'Europa sarebbe tra le 120mila e le 180mila persone, di cui il 43% con cittadinanza italiana. Nel 2008 si cercò di capire quante di loro vivessero nei campi e si rilevò che erano 12.346, di cui poco più di 5mila bambini, coloro che non avevano una casa, ma che abitavano in roulotte o baracche. L'Associazione 21 luglio lo scorso anno fece una mappatura, arrivando a individuare circa 26mila nomadi che occupano insediamenti più o meno vivibili.

Un tempo queste popolazioni, in Europa da secoli, si fecero ben volere perché molti rom eccellevano nella lavorazione artigianale del rame. Dagli anni Trenta furono perseguitate nella Germania nazista e nei territori occupati dal Terzo Reich e oggetto di un genocidio al pari degli ebrei europei, con i quali furono sterminate nei campi di concentramento. Fu un vero genocidio e nei campi i rom furono uccisi a decine di migliaia.

Oggi i nomadi, chiamati anche «zingari» (parola poi bollata come «razzista»), vengono per lo più additati per il loro triste legame con la cronaca nera. Sono, infatti, al centro di quotidiani episodi di furto, rapina e altri atti criminali. Alcune donne operano per lo più nei luoghi affollati, come le stazioni ferroviarie o della metropolitana, per derubare il malcapitato di turno. I fatti che riguardano i rom in Italia e che sono stati riportati negli anni dai giornali non si contano. Il clan dei Casamonica a Roma, ad esempio, si è distinto nel tempo per i legami con la criminalità organizzata, spesso di stampo mafioso, ma anche per le attività di estorsione, spaccio, corruzione, riciclaggio di denaro, omicidio e quant'altro. Famiglie che campano sull'illegalità e che rispettano solo la legge del più forte.

L'ultimo episodio in ordine di tempo ha riguardato la morte del giovane Duccio Dini, travolto e ucciso dall'auto di alcuni rom in fuga dopo una lite. E poi si ricorda il delitto di Vanessa Russo, 11 anni fa, a Roma. Una rom, Doina Matei, la uccise trafiggendole un occhio con la punta di un ombrello. Nel 2012 Remi Nicolic, non ancora diciottenne, investì l'agente di polizia municipale Niccolò Savarino.

Oggi le baraccopoli in Italia sono 148, situate in 87 comuni. Il 50% della popolazione rom è costituita da minori ed è molto alto il tasso di mortalità tra gli over 60. Circa 16.400 vivono in campi riconosciuti, 1.300, per lo più di origine sinti, in piccoli insediamenti del Centro Nord, 1.200 tra Roma, Napoli e la Toscana. Sono, invece, 760 quelli che risiedono in abitazioni concesse dai Comuni in Calabria. Secondo l'ultima rilevazione fatta a Roma, nella Capitale ci sono 17 baraccopoli riconosciute e 300 micro insediamenti.

Nel resto del Paese i centri più grandi sono quelli di Borgo Mezzanone (Foggia), Camping River (Roma), Scampia (Napoli) e Germagnano esterno (Torino).

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