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«Nel 2015 legge sulle nozze gay e 80 euro alle neo mamme»

Renzi dalla D'Urso su Canale 5 punta sulle famiglie: bonus per tre anni a ogni neonato E sui matrimoni omosessuali zittisce Alfano: «Proposta alla tedesca sulle unioni civili»

«Nel 2015 legge sulle nozze gay e 80 euro alle neo mamme»

C amicia bianca nel salotto bianco di Canale 5, un'oretta di chiacchiere distese, ecco Matteo Renzi che si dedica alla famiglia. Quella tradizionale, che dal primo gennaio avrà il suo bonus di 80 euro per le mamme. E quella alternativa che, «dopo la riforma elettorale», avrà una legge sulle unioni civili, gay e no. Rilanciare sempre, fermarsi mai, questo dev'essere il mantra del premier, al quale le polemiche sulla manovra evidententemente non bastavano, visto che ha deciso di aprire altri fronti: non ci si può rilassare, non si possono offrire bersagli fissi.

«Allora Matteo?». «Vedi Barbara». Renzi sceglie i comodi divani della D'Urso per le ultime sorprese. «Dal primo gennaio del 2015 - annuncia - daremo gli 80 euro non solo a chi prende meno di 1500 euro al mese ma anche a tutte le mamme che fanno un figlio. Si tratta di mezzo miliardo destinato alle famiglie». L'idea è sempre quella di rilanciare i consumi e l'economia. «So cosa vuol dire comprare pannolini, biberon e spendere per l'asilo. È una misura che non risolve un problema, però è un segnale, perché i soldi andranno a tutte le mamme, o i papà, per i primi tre anni di vita del bambino».

Subito dopo, quasi per bilanciare, l'apertura ai gay: all'inizio dell'anno prossimo, «subito dopo la riforma elettorale», arriverà all'esame del Senato la proposta di legge sulle unioni civili alla tedesca. Si tratta, sostiene Renzi, «di un buon punto di mediazione che consente di avere alle persone dello stesso sesso i diritti civili». Non sarà una passeggiata, soprattutto con Angelino Alfano. «Questo è un tema nel quale ci sono tante polemiche, alcune ideologiche e altre legate alla paura, però noi abbiamo trovato un punto di sintesi. Il Papa è più avanti di qualcuno e vedo che anche all'interno della Chiesa stanno discutendo».

Discuteranno, e parecchio, anche nel governo. Matteo però sembra deciso ad andare avanti. «A noi servono regole serie - spiega - C'è chi vorrebbe l'equiparazione pura con il matrimonio, altri che dicono “non toccate niente” arrivando all'aberrazione che uno non possa andare a trovare il compagno in ospedale. Faccio un appello, capisco le opinioni diverse, ma su questo tema evitiamo di aprire l'ennesima polemica ideologica. La proposta alla tedesca credo che sia un giusto punto di sintesi».

Il resto del colloquio con Barbara D'Urso scivola sulla legge di Stabilità, che oggi verrà portata al Quirinale per il vaglio di Napolitano. «Le Regioni si sono arrabbiate? Gli passerà. Siccome per vent'anni hanno sempre pagato le famiglie, ora se iniziamo a fare un po' di tagli ai ministeri e alle Regioni, non è che si possono lamentare». E non ci provino nemmeno, aggiunge, a risparmiare sulla sanità. «È una vergogna solo a dirlo. Non tagliamo i servizi ai cittadini, contemporaneamente però ci sono spese che tranquillamente si possono tagliare. Non è strano che una siringa in una parte d'Italia costi il doppio rispetto a un'altra? Oppure, non ci saranno troppi supermanager?».

La lista dei nemici di Renzi si allunga, ma a lui non pesa: sembra quasi che se li vada a cercare: «Sono arrabbiati un po' tutti: Regioni, sindacati, magistrati. Io non ho la verità in tasca, però è il momento di riporre le bandiere di partito. Noi siamo al governo da 8 mesi e, o tutti facciamo uno sforzo insieme restituendo i soldi ai cittadini, o non c'è futuro». Quanto al Tfr da mettere in busta paga, il premier garantisce che «verrà lasciata al cittadino la libertà di fare come gli pare». Mentre sul taglio dell'Irap «c'è da ridurre la tassa sul lavoro». Oggi, dice, «un imprenditore paga un sacco di soldi, ma molti non arrivano al lavoratore. La spesa se la mangia lo Stato. Ecco, mettiamolo a dieta lo Stato. Sono i sei miliardi per l'Irap».

Poi l'alluvione. «Non mi sono fatto vedere a Genova, non mi andava di andare a fare la passerella del dopo. Mi è parsa una forma di rispetto». Grillo invece... «Chi è andato a fare campagna elettorale ha sbagliato. Io ci andrò quando i lavori saranno partiti». Conclusione musicale, quando la D'Urso annuncia l'ospite successivo, Nino D'Angelo: «Il mio preferito è Francesco Guccini».

Saluti finali per la nonna del premier: «Oggi compie 94 anni, per essere qui ho saltato la sua festa».

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